Cronache

Spara al ladro dentro casa e finisce sotto inchiesta. Ore contate per la banda

Indagine per eccesso colposo di legittima difesa Trovata l'auto dei banditi: isolate le impronte

Spara al ladro dentro casa e finisce sotto inchiesta. Ore contate per la banda

Roma Spara ai ladri: indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Andrea Pulone, il 29enne di Monterotondo che ha ferito un malvivente entrato in casa, da ieri è iscritto sul registro degli indagati dalla Procura di Tivoli. A consegnargli l'atto nella sua abitazione di via San Matteo 32 i militari della cittadina alle porte di Roma. Mentre proseguono le indagini per individuare tutti i componenti la banda che ha cercato di svaligiare l'abitazione dei Pulone, i carabinieri hanno ritrovato l'auto presa a nolo dai malviventi utilizzando documenti falsi. È la stessa vettura ripresa dalle telecamere di sorveglianza del policlinico Gemelli la notte di venerdì, quando viene abbandonato Enrico Petrj, il giovane di origini albanesi colpito all'inguine da uno dei quattro colpi di pistola esplosi da Pulone. Il ragazzo, sanguinante, viene scaricato in tutta fretta dai suoi complici. Le tracce ematiche trovate in salone e nel giardino, del resto, sarebbero compatibili con il sangue del minorenne, da tre giorni piantonato nel reparto di Terapia Intensiva del nosocomio romano. Sull'autovettura gli esperti del Ris hanno effettuato rilievi per trovare le impronte di altre persone. Gli inquirenti avrebbero già individuato un componente del commando che ha assaltato la palazzina al centro della cittadina lungo la via Salaria, Una zona tristemente nota per le aggressioni e i furti in villa. Una per tutte: l'omicidio di Lucio Giacomoni, il medico di Mentana massacrato di botte e ucciso da tre romeni per poche centinaia di euro. Il ragazzo fermato, un precedente proprio per furto e accusato nuovamente di furto aggravato, non avrebbe aperto bocca. Nulla sugli altri componenti la batteria di scassinatori, esperti di porte blindate e grate da scardinare a colpi di piccone. Professionisti del «buco» ma non troppo. Tanto da commettere l'errore più grave per una banda di ladri: credere che in casa non ci sia nessuno. Chi ha dato la dritta, sbagliata, ai malviventi? Gli inquirenti starebbero indagando su un basista, una talpa che avrebbe riferito della partenza per una vacanza di Luigi Pulone, padre di Andrea, astrofisico. L'uomo, assieme alla moglie, Giorgina Scardelletti, è in Portogallo. Nell'abitazione c'è il figlio con la compagna. Ma questo i ladri non lo sanno. Sono le ore 19 del 26 aprile. I rumori per scardinare l'inferriata a protezione di una finestra Andrea non li sente subito. Si trova al piano di sopra con la donna. Non sente nulla fino a quando non esce dalla doccia. Andrea si rende immediatamente conto di quello che sta accadendo. Tanto da aprire una cassaforte a muro dove conserva una semiautomatica regolarmente denunciata. È una Glock modello 21 calibro 45 millimetri. Un'arma molto potente dai proiettili il doppio più larghi della 9x21 in dotazione a polizia e carabinieri. Andrea la usa al poligono, è un appassionato di tiro. Non immaginava di usarla in casa. «Quando ho capito che qualcuno era entrato - racconterà Pulone a il Giornale - ho pensato solo alla mia fidanzata». Chiusa la donna in camera da letto, l'uomo scende le scale con la pistola in mano. Prova ad aprire la porta che immette nel salone ma dall'altra parte qualcuno glielo impedisce. Improvvisamente la porta si apre «e mi ritrovo al buio - ricorda ancora -. C'era una persona di fronte con una spranga in mano e due tipi ai lati. L'adrenalina ha fatto il resto: ho esploso diversi colpi uno dopo l'altro. Il rumore era attutito, sembrava di sentire lo scoppio di miccette». Andrea ancora non sa di aver colpito uno dei malviventi. Il primo e il secondo colpo, difatti, vengono estratti fra i libri sulla parete, un terzo è quello che ferisce il 16enne mentre il quarto, sempre rimbalzando sul pavimento, si conficca sugli assi del capanno per gli attrezzi in giardino. I tre, assieme al quarto uomo, l'autista, si danno alla fuga. Andrea chiama i carabinieri. Ci vorranno ore per mettere insieme il suo racconto con l'informativa partita dal posto di polizia del Gemelli. Ieri il cerchio si chiude. «Se quella persona non fosse entrata in casa mia non sarebbe successo nulla» si difende Pulone. «Ho chiamato Andrea, gli ho detto che ci sono da ministro e da papà per qualunque necessità.

Ci sarà una inchiesta, anche se piccola», ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini, durante la registrazione di Povera Patria, in onda stasera su Rai2.

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