Cronache

Sangue e ferita alla testa. Il volontario italiano trovato morto in casa

David Solazzo, 30 anni, era sull'isola per progetti di sviluppo: l'ipotesi di una rapina

Sangue e ferita alla testa. Il volontario italiano trovato morto in casa

Potrebbero già arrivare in giornata i risultati dell'autopsia disposta sul corpo di David Solazzo, il cooperante fiorentino di 31 anni trovato morto mercoledì mattina in un'abitazione di Sao Filipe, 27mila abitanti e capoluogo dell'isola capoverdiana di Fogo. Al momento tutte le piste vengono prese in esame, anche se gli inquirenti non sembrerebbero orientati sull'ipotesi del malore.

David è stato trovato nel bagno intorno a mezzogiorno dalla collega Carla Cossu in una pozza di sangue, con tre tagli su un braccio, provocati presumibilmente cadendo sui vetri in frantumi della porta d'ingresso, ma anche con una ferita alla testa. Ed è proprio il colpo al capo a far pensare che il giovane possa essere rimasto vittima di una rapina finita male. Le forze di polizia locale, coadiuvate dal personale del consolato italiano di Praia guidato da Luigi Zirpoli, stanno ricostruendo le ultime ore di vita del ragazzo, il cui corpo è sorvegliato da alcuni agenti nell'ospedale San Francesco d'Assisi a Sao Filipe. La sera prima il giovane aveva preso parte a una festa, in compagnia di Carla, la responsabile del progetto Rotas do Fogo, ed era rientrato nell'abitazione intorno alle 4 di mattina. Una donna che vive nel quartiere ha riferito di avere sentito un rumore causato da schegge di vetro e di avere pensato a una rapina. Un inquilino dell'edificio di Solazzo ha spiegato di avere notato una pozza di sangue vicino alla finestra accanto alla porta e di avere chiamato la polizia.

David stava lavorando dallo scorso novembre per conto della ong toscana Cospe a un'iniziativa finanziata per 500mila euro dall'Ue. Un progetto che punta a riqualificare forestazione, turismo e agricoltura della zona. I responsabili del Cospe al momento hanno deciso di non sbottonarsi sulle possibili cause della morte, limitandosi a parlare di «un incidente sul quale sono ancora in corso indagini. David rappresentava lo spirito più autentico della cooperazione. Prima di Capo Verde aveva lavorato anche in Angola, mettendo in campo professionalità, energia e passione al servizio delle comunità locali». Per la cronaca la morte di David non sembra aver minimamente stravolto le abitudini dei residenti dell'Isola di Fogo. In questi giorni a Sao Filipe sono in corso le celebrazioni per la Festa della Bandiera nel cuore della piazza centrale, non molto distante da dove il giovane viveva. Ieri, nel giorno dopo la tragedia, i residenti hanno continuando a festeggiare. La notizia della tragedia ha avuto una scarsa diffusione sui media locali e neppure il sindaco dell'isola, Jorge Nogueira, o un suo rappresentante, ha fatto pervenire una nota di cordoglio al consolato italiano.

Vale la pena ricordare che Capo Verde non è del tutto quel paradiso terrestre pubblicizzato dalle brochure delle agenzie viaggi. Una fonte di preoccupazione per l'arcipelago è rappresentata dalla crescente criminalità che si sta sviluppando da anni in un fiorente traffico di droga e di immigrati clandestini. Le rapine sono all'ordine del giorno, soprattutto nei confronti di stranieri e uomini d'affari. Nel febbraio 2007 due giovani italiane, la turista ravennate Dalia Saiani e la veronese Giorgia Busato, 30 e 28 anni, furono uccise per rapina a colpi di pietra e pala nell'oasi di Fontona, sull'isola capoverdiana di Sal.

Una terza ragazza di 17 anni, Agnese Paci, sempre del ravennate, si salvò dal massacro fingendosi morta.

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