Cronache

"Colpi di spranga e un calcio in testa". Commerciante ucciso nel suo negozio

Rapina o litigio. Gli altri esercenti del centro: «Ora abbiamo paura»

"Colpi di spranga e un calcio in testa". Commerciante ucciso nel suo negozio

Orrore a Viterbo. Un commerciante di 74 anni, Norveo Fedeli, ucciso in pieno centro. Massacrato per pochi spiccioli. Una rapina finita nel sangue o una discussione trasformata in un massacro?

Un altro episodio di criminalità, di fatto, sconvolge la cittadina a Nord della capitale.

Accade tutto nel cuore di Viterbo, in via San Luca 43, dentro le mura, all'interno di Fedeli Vogue, uno storico negozio di abbigliamento. A scoprire il corpo senza vita, riverso a terra e immerso in una pozza di sangue, una vicina. È la parrucchiera del negozio accanto a insospettirsi per le inferriate socchiuse. La donna chiama il signor Norveo ma dall'interno del negozio nessuna risposta.

A quel punto entra e scopre il cadavere. Sono le 13,30 di ieri. Le urla fanno accorrere gente. La moglie della vittima, che abita a pochi passi dalla boutique, accorre sconvolta. Il marito prono a terra, la testa fracassata. La poveretta viene colta da malore e portata via. Arrivano gli agenti della squadra mobile e gli esperti della scientifica. Secondo una prima perizia del medico legale l'uomo viene colpito con un oggetto contundente e cade a terra. L'impronta di uno scarpone sulla testa fa pensare a un'aggressione in piena regola.

L'assassino o gli assassini potrebbero averlo picchiato per zittirlo e sparire con i soldi.

Denaro che gli inquirenti starebbero ancora quantificando ma che non supererebbe qualche centinaia di euro. L'incasso della mattina. Un omicidio che ha letteralmente sconvolto la cittadina medioevale. Dopo lo stupro avvenuto prima di Pasqua vicino piazza della Rocca, a poche centinaia di metri di distanza, l'assassinio di Fedeli terrorizza la popolazione.

Un parente della vittima, Nazareno Fedeli, viene rapito a Bracciano dall'anonima sequestri nel '77. Il suo corpo, come altri sequestrati in quegli anni, non è mai stato trovato. Sul posto, oltre agli agenti di polizia, il prefetto Giovanni Bruno e il sindaco Giovanni Maria Arena. «Un altro episodio bruttissimo nella nostra città - commenta il primo cittadino -. Adesso gli inquirenti dovranno dire come è morto Fedeli, speriamo che con l'ausilio delle telecamere si riesca a individuare il responsabile». L'anziano titolare della storica «jeanseria», originario di Nepi, è stato colpito più volte con un oggetto contundente, una spranga di ferro.

Una volta a terra sarebbe stato preso a calci. Un caso di violenza che fa accapponare la pelle. «Abbiamo paura - dicono i commercianti di Corso Italia - vogliamo maggiore vigilanza nell'orario di chiusura». Fedeli, componente di un'importante famiglia di commercianti di abbigliamento con negozi sparsi sul litorale e nella Tuscia, «è stato il primo a portare i blue jeans a Viterbo 50 anni fa»raccontano i residenti.

«Una persona perbene, un uomo buono - commenta una vicina -. Viterbo oggi si è trasformata in un incubo«. Luciana ricorda: «Un instancabile lavoratore. Mi spiace tantissimo».

A coordinare le indagini il pm di turno, Eliana Dolce.

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