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I giudici fermano Salvini. Decreto Sicurezza calpestato

Il tribunale di Bologna dà il via libera a 2 richiedenti asilo: sì alla residenza. Scontro tra il ministro e l'Anm

I giudici fermano Salvini. Decreto Sicurezza calpestato

I giudici smontano il decreto sicurezza e il vicepremier Matteo Salvini li accusa di fare politica a colpi di sentenze. L'Associazione nazionale magistrati replica durissima: le dichiarazioni del ministro dell'Interno «delegittimano la magistratura» con accuse infondate mentre i magistrati «applicano le leggi dello Stato». Ma Salvini rilancia. «L'Anm se l'è presa con me perché ho commentato una sentenza di un giudice di Bologna. In Italia hanno diritto gli italiani, le persone per bene e i profughi veri- tuona il vicepremier - Se a qualche giudice non va bene si tolga la toga, si candidi con la sinistra e vada in Parlamento». Ma se questa volta l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, si schiera con Salvini e parla di «una tempesta in un bicchiere d'acqua» un altro grillino il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, invece attacca Salvini: «Non si può avere fiducia nei magistrati a giorni alterni» e ipotizza la possibilità di «perfezionare» il decreto.

A far esplodere le polveri la decisione del Tribunale civile di Bologna che ha accolto il ricorso di due richiedenti asilo ai quali, in base appunto alla normativa voluta dal leader del Carroccio, era stata negata l'iscrizione all'anagrafe. Un punto sul quale si erano già scatenate le proteste da parte di molti sindaci che ritenevano impossibile gestire la presenza dei migranti con il divieto di iscrizione all'anagrafe. E ora i magistrati di Bologna danno ragione a questa impostazione: «La mancata iscrizione ai registri anagrafici impedisce l'esercizio di diritti di rilievo costituzionale ad essa connessi». Il Tribunale specifica pure che il testo «non contiene un divieto esplicito di iscrizione per i richiedenti asilo» ma chiarisce soltanto «che il permesso di soggiorno per richiesta di asilo non costituisce titolo per l'iscrizione all'anagrafe». La sentenza di fatto dà il via libera alla concessione della residenza ai richiedenti asilo. Un paio di settimane fa, di fronte ad un caso simile in Toscana, il Tribunale di Firenze ha preso una decisione analoga accogliendo il ricorso di un cittadino somalo richiedente asilo sottolineando che chi presenta richiesta di protezione internazionale va considerato «regolarmente soggiornante». Salvini promette di fare ricorso e parla di «sentenza vergognosa» ma all'indomani dell'approvazione del decreto sicurezza molti costituzionalisti avanzarono dubbi sulla tenuta delle norme contenute nel decreto rispetto a possibili ricorsi evidenziando i profili a rischio di incostituzionalità a cominciare dall'uso stesso del decreto legge, provvedimento di carattere emergenziale e al quale la nostra Costituzione prevede il ricorso solo in situazioni di emergenza. Insomma il decreto Sicurezza forse potrebbe rischiare di fare la fine della legge Fini-Giovanardi, il testo che aveva cancellato la distinzione tra droghe leggere e pesanti e che fu a sua volta cancellato dalla Consulta perché violava l'articolo 77 della Costituzione. Il 19 giugno è già stata fissata la prima udienza per il ricorso alla Consulta presentato dal Piemonte contro il decreto. Ma non è questo l'unico aspetto controverso del decreto Sicurezza. La Cassazione ieri ha stabilito che le norme sui permessi umanitari del decreto Sicurezza devono essere applicate a tutti i giudizi in corso. Anche se le domande sono state presentate prima del varo del decreto. Decisione questa che farà piacere a Salvini ma che è opposta rispetto a quella presa paradossalmente sempre dalla Suprema Corte in febbraio, secondo cui le norme del decreto invece non sono retroattive.

Un gran pasticcio.

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