Cronaca locale

La Raggi fischiata per i rom. Di Maio: "Prima gli italiani"

Case popolari ai nomadi: il sindaco di Roma contestata a Casal Bruciato. Il leader grillino contesta le sue scelte

La Raggi fischiata per i rom. Di Maio: "Prima gli italiani"

Casal Bruciato in rivolta. Prima si aiutano i romani, gli italiani, poi gli altri. Anche il vicepremier Di Maio bacchetta la sindaca Raggi. Irritato Di Maio, soprattutto per la tempistica con cui il Campidoglio, in un giorno importante per il M5S al governo, mette in campo la sua iniziativa. Ovvero il trasferimento della famiglia Omerovic nel quartiere. Buffona, non sei la nostra sindaca, urlano i residenti alla Raggi. E anche la famiglia rom accusa il Comune di Roma: Ci tengono qui prigionieri - racconta Senada Omerovic - ma noi vogliamo andar via. Ci sentiamo come in galera, ci privano della nostra libertà. Da un mese diciamo all'assessore Castiglione che non vogliamo stare qui. Tensione alle stelle, dunque, per il terzo giorno di protesta nel quadrante sud est della capitale. Da una parte l'assegnazione legittima alla famiglia Omerovic, marito, moglie e 12 figli tra i 21 e i due anni, dall'altra il Campidoglio che, dritto come un treno, non intende trasferire altrove i rom provenienti dal campo de La Barbuta, Ciampino. Per cambiare alloggio, avrebbero spiegato agli assegnatari, ci vuole un esposto denuncia. Non basta, evidentemente, la sommossa popolare e le minacce urlate davanti le telecamere. Come quel Ti stupro che ha gelato il Paese. A me hanno detto: Ti tagliamo la faccia. Stanno facendo una vera porcata - spiega a il Giornale Patrizia, operatrice sociale volontaria, dall'appartamento dei nuovi arrivati -. Gli Omerovic se ne vogliono andare, hanno paura, ma il Comune non vuole farli andare via. Perché? Vogliono dimostrare che quelli di Casapound sono cattivi e così la gente voterà ancora per loro, i 5 Stelle. Insomma, un braccio di ferro fra Campidoglio e la famiglia assegnataria che non trova soluzione. Continua, intanto, il presidio di Casapound. Regolarmente autorizzato - chiarisce Fabrizio Montanini, responsabile del Coordinamento di Quartiere - a dispetto della manifestazione degli antifascisti, completamente illegale. Noi restiamo qui, non ce ne andiamo. A rompere una calma apparente l'arrivo, nella tarda mattinata di ieri, della sindaca Raggi scortata da decine di poliziotti. Basta un niente e scoppia ancora una sommossa. Insulti e urla contro il primo cittadino che entra nel condominio di via Sebastiano Satta per parlare con la famiglia Omerovic. Abbiamo paura - dicono Imer e Senada, marito e moglie - i bambini sono terrorizzati da tutto questo. Uno ha avuto un attacco di panico, due la febbre. Li abbiamo portati da una cugina, non volevano restare a dormire qui, e non sono potuti andare a scuola. E pensare che quando ci hanno detto della casa volevamo fare una festa. Eravamo felici. La Digos, dopo aver acquisito i video, indaga sulle minacce e sulle frasi razziste urlate dai manifestanti, tra i quali un certo Daniele, martedì pomeriggio. Casapound Italia, al fianco dei residenti fin dal primo giorno, respinge al mittente ogni accusa. Il ragazzo non appartiene a Casapound spiega. E la frase Ti stupro sarebbe un fake. Si sente Fai Schifo scrivono sul quotidiano sovranista Il Primato Nazionale. Papa Francesco, attraverso il vescovo ausiliare don Giampiero Palmieri, invita Imer e famiglia all'incontro di questa mattina nella basilica di San Giovanni. Siamo molto onorati - dicono gli Omerovic - ma non sappiamo se riusciremo ad andare. Siamo molto spaventati. Sui social, però, il Movimento difende la Raggi: Siamo con @virginiaraggi in questa battaglia di civiltà. Quello che sta succedendo a #CasalBruciato è inaccettabile. Tutto questo deve finire. Roma non è razzista.

Tensione in serata quando gli attivisti dei centri sociali forzano un cordone della polizia per attaccare lo schieramento di Casapound.

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