Cronaca locale

Preso a calci in testa per una toppa. Simpatizzante di CasaPound aggredito alla Sapienza

La testimonianza del giovane simpatizzante di CasaPound Italia pestato a sangue ieri da un gruppo di "compagni": "Mi hanno riconosciuto per via di una toppa"

Preso a calci in testa per una toppa. Simpatizzante di CasaPound aggredito alla Sapienza

Riconosciuto come un “nemico” per via di una toppa cucita sullo zaino è stato accerchiato, insultato e malmenato da un gruppo di studenti di sinistra. È successo venerdì scorso, a Roma, all’ingresso della città universitaria de La Sapienza, dove il tempo sembra esser tornato indietro di cinquant’anni.

Contattata da Il Giornale.it, la vittima, uno studente ternano di vent’anni, ripercorre quello che gli è accaduto a fatica, è ancora intontito dalle batte e sotto choc. “Stavo uscendo dal cancello di viale De Lollis con un amico per la pausa pranzo e sono passato davanti ad un gruppo di quattro o cinque ragazzi che facevano volantinaggio”. Il giovane non fa neppure caso al gruppetto, procede in direzione della pizzeria senza voltarsi, quando viene raggiunto dagli insulti: “Bastardo”, “pezzo di me…”, gli stilla il branco.

Cosa vogliono? Punirlo per quella toppa cucita sullo zaino. “Credo mi abbiano riconosciuto per via della toppa degli ZetaZeroAlfa (band musicale di CasaPound Italia) che avevo sullo zaino”. Tanto è bastato a far scattare il pestaggio. “A quel punto mi sono girato ed ho visto uno di quelli che stavano volantinando che mi correva incontro, non lo avevo mai visto prima di allora, non ho neppure fatto in tempo a realizzare quello che stava capitando che mi ha sferrato un pugno in faccia e sono caduto a terra”. Ma non finisce qui. A dare manforte all’aggressore si aggiungono gli altri, “ero a terra, mi coprivo la testa per proteggermi dai colpi ma loro continuavano, erano almeno in due, mi hanno riempito di calci e pugni”.

Una violenza brutale, inattesa, che si è interrotta solo quando gli aggressori hanno ottenuto il loro trofeo: “​Mi hanno strappato dallo zaino la toppa e sono scappati”. Nel trambusto, però, hanno lasciato a terra i volantini che stavano distribuendo, firmati “Offensiva Rivoluzionaria”. “Una delle tante sigle di estrema sinistra che gravitano dall’università – spiega il ragazzo –, qui alla Sapienza non puoi neppure affiggere un tazebao se non la pensi come loro e le voci fuori dal coro non sono ben accette”. Qualche minuto dopo la fine del pestaggio sono arrivati gli agenti del commissariato di polizia interno all’università, dove la vittima ha sporto denuncia contro ingnoti.

“Mi sono fatto refertare a Terni, all’ospedale Santa Maria, mi hanno riconosciuto sette giorni di prognosi con contusioni multiple e trauma cranico”. “Adesso sto meglio anche se la testa mi fa ancora male, ho la fronte tumefatta ed un orecchio gonfio”, ci dice. Con quale spirito tornerà in aula? “Non ho paura, ma sicuramente mi sento meno tranquillo”.

“Censura e violenza vanno di pari passo, si alimentano l’un l’altra – denuncia CasaPound in una nota –, stiamo tornando all’epoca dell’uccidere un fascista non è reato: la vergognosa e ingiusta cagnara montata nelle ultime settimane contro Cpi ha fatto rialzare la testa a chi pensa di poter aggredire e pestare impunemente, fomentando un clima da anni di piombo”.

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