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Amministrative in Sicilia, ballottaggi premiano grillini e moderati

A Gela vince una coalizione formata da pezzi di Forza Italia e del Pd, nell'unico capoluogo al voto esultano i grillini mentre la Lega non sfonda: ecco i dati più significativi del secondo turno delle amministrative in Sicilia

Amministrative in Sicilia, ballottaggi premiano grillini e moderati

Un risveglio con sorprese per quella parte della Sicilia alle urne nella giornata di domenica. Una parte che però, al tempo stesso, è sembrata in buona sostanza disinteressata a recarsi al voto, visto che l’affluenza non è andata oltre il 43%.

Segno di una certa disaffezione dei siciliani alla politica, già peraltro manifestata nel 46% di affluenza nel corso delle ultime regionali del novembre 2017, ma indice anche di come in tanti, nelle comunità al voto, risultano fuori dall’isola e non propensi a trascorrere il fine settimana a casa per andare alle urne.

Ma andando ai dati emersi da questa tornata elettorale, in diversi casi si hanno delle autentiche sorprese, in parte in controtendenza rispetto al primo turno dello scorso 28 aprile. Si vota infatti in quei comuni superiori ai 15.000 abitanti dove nessun candidato raggiunge il 40% nel corso della prima chiamata al voto, percentuale minima secondo la legge elettorale siciliana per essere eletti direttamente.

La sfide più importanti si hanno nel nisseno: Caltanissetta è l’unico capoluogo al voto, mentre Gela rappresenta un test politico di notevole importanza non soltanto a livello regionale. Qui qualche anno fa qui il Movimento Cinque Stelle sbanca una delle roccaforti del centro – sinistra, la città da cui parte negli anni 2000 la scalata di Rosario Crocetta e bacino di voti nelle tornate successive del Partito Democratico.

Un po’ per la sua storia recente di tormentato e mai del tutto sviluppato polo industriale siciliano, in parte anche per la sua conformazione sociale ed il suo posizionamento al centro della costa meridionale siciliana, Gela costituisce un vero laboratorio politico per l’isola. Quello che accade qui spesso determina quanto accade poi a Palermo ed a Catania. Per questo il ballottaggio viene seguito con molta attenzione anche a Roma.

La sfida appare molto delicata, in quanto i due candidati in lizza sono espressione di veri e propri “esperimenti”: da un lato si ha il primo candidato leghista in una grande città siciliana, dall’altro un candidato espressione di un progetto civico che altro non è che l’unione tra pezzi di Forza Italia e pezzi del Partito Democratico. Una sorta di ballottaggio tra chi, in Sicilia e nel resto del paese, vuole un bilanciamento delle coalizioni verso destra oppure verso il centro.

A rappresentare la Lega, unita ad altre liste del centro – destra, è Giuseppe Spata. Il suo sfidante invece è Lucio Greco, collante di quella che molti in Sicilia definiscono come vera e propria prova del “nuovo patto del nazareno”. Un esperimento che appare, contro ogni pronostico, vincente: Greco infatti ottiene il 52% dei consensi ed è il nuovo sindaco. Succede a Domenico Messinese, che cinque anni fa porta i grillini al comune di Gela aprendo la strada all’avanzata del Movimento in Sicilia.

La vittoria di Greco sembra quasi una “riscossa dei centristi”, che frenano le avanzate della Lega in questa parte del meridione e degli altri partiti più orientati verso destra. Una scommessa che fa esultare il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, tra i più propensi a virare verso i moderati: il nuovo sindaco, affermano i più informati a Gela, appare molto vicino al locale onorevole Mancuso che a sua volta è nella corrente dello stesso Micciché in Forza Italia. La candidatura di Greco, sarebbe appoggiata anche dalla corrente vicina al deputato gelese Giuseppe Arancio del Pd.

Nel capoluogo nisseno vincono invece a sorpresa i grillini, che conquistano anche Castelvetrano, nel trapanese. Il Movimento Cinque Stelle fa due su due ai ballottaggi, segno di come i candidati pentastellati al secondo turno riescono a cementificare al meglio l’elettorato.

A Caltanissetta in particolare, la sfida sembra impari per il locale candidato Roberto Gambino, il quale deve vedersela con Michele Giarratana, espressione della coalizione di centro – destra: quest’ultimo solo per pochi voti non riesce a vincere al primo turno, ma al ballottaggio deve lasciare strada al suo rivale che ottiene quasi il 60% e diventa nuovo primo cittadino.

I vertici regionali del Movimento, a risultati oramai consolidati, chiamano i portavoce nazionali esibendo la vittoria nei due comuni dove i grillini presentano propri candidati. E da Roma si parla di successo e di riscatto, brindando alla vittoria mentre c’è chi vuole evidenziare al contempo la sconfitta del candidato della Lega a Gela proprio nel pieno della campagna elettorale per le europee.

È pur vero però, che il Movimento Cinque Stelle non può complessivamente essere soddisfatto di questa tornata amministrativa: nell’isola che regala nel marzo 2018 bottino pieno di deputati e senatori, i grillini perdono città importanti da cui inizia la cavalcata che trasforma alle politiche la Sicilia in un feudo del Movimento. Bagheria e Gela ad esempio, sono due comuni dove i sindaci uscenti appartengono ai grillini ma dove i rispettivi candidati lo scorso 28 aprile non riescono ad arrivare al ballottaggio.

In tanti altri casi, il Movimento appare al di sotto del 20% e non entra al secondo turno. In conclusione, è possibile affermare che questa tornata amministrativa siciliana fa brindare tutti, ma non accontenta nessuno. Il centro – destra frazionato dimostra comunque di essere ancora maggioranza, ma non sfonda. La Lega non riesce, a dispetto delle folle che assistono ai comizi di Salvini ad aprile, ad ottenere medesime percentuali di crescita registrate in altre occasioni. I grillini brindano nell’unico capoluogo al voto ma sono lontani dai voti ottenuti alle politiche. Il Pd appare non pervenuto o comunque fuori dai giochi che contano.

Gli unici veri ghigni di soddisfazione possono forse arrivare dai centristi e dai moderati di entrambi gli schieramenti, che a Gela come in altre parti dell’isola dimostrano di essere ancora ben determinanti.

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