Cronaca locale

Il Vaticano si schiera con gli abusivi: "La vita delle persone viene prima della legalità"

La suora che ha contattato l'elemosiniere del Papa per riallacciare la corrente agli abusivi di via di Santa Croce in Gerusalemme spiega a Il Giornale: "Non so più chi sia più illegale, se lo Stato che lascia la gente in mezzo alla strada o loro che hanno occupato questo posto"

Il Vaticano si schiera con gli abusivi: "La vita delle persone viene prima della legalità"

E luce fu. Al termine di un’attesa biblica è stato un uomo di Dio a riportare luce e speranza nell’immobile occupato di via Santa Croce in Gerusalemme. Stiamo parlando di Konrad Krajewski, elemosiniere del Vaticano e simbolo dei valori che scandiscono il pontificato di Papa Francesco. L’uomo giusto per intervenire in uno scenario scomodo come quello dell’ex sede Inpdap, dove alle ragioni della povertà si contrappone una situazione di illegalità che perdura da quasi un un decennio. E che lunedì scorso è sfociata nel distacco della corrente elettrica da parte di Acea che vanta nei confronti degli abusivi un credito di 300mila euro. Una decisione improvvisa e inattesa che ha lasciato al buio quasi 500 persone tra italiani e stranieri (guarda il video).

“Da quando la corrente è andata via abbiamo ricevuto sostegno dalle istituzioni, ma solo a parole, l’unico aiuto concreto lo abbiamo ricevuto dall’elemosiniere vaticano che è venuto a vedere il contatore e si è rimboccato le maniche”, ci spiega Cecilia Carponi di Spin Time Labs, il collettivo di artisti nato nel palazzo occupato. Prima di tutto Krajewski contatta il neo prefetto di Roma Gerarda Pantalone. Il messaggio è un aut-aut: se entro le venti di questa sera non riallacciate la corrente, ci penso io e me ne assumo tutte le responsabilità. E così è stato. Il porporato si è calato giù per un tombino, sotto lo sguardo incredulo degli occupanti, ha tolto i sigilli al contatore e dopo aver armeggiato per qualche ora gli ha restituito la luce.

Un epilogo che ha lasciato di stucco persino Andrea Alzetta detto “Tarzan”, ras delle occupazioni romane e fondatore di “Action”, il movimento di lotta per la casa che gestisce l’occupazione. “Ci siamo stupiti - ha ammesso Tarzan - che sia arrivata una figura simile a metterci la faccia, cosa che la politica non ha fatto”. La vicinanza della Santa Sede alla occupazione di via di Santa Croce non è cosa di oggi, eppure nessuno si immaginava che si sarebbe arrivati ad un gesto così estremo.

“Anche il Vaticano - ci conferma il regista teatrale Roberto Andolfi, responsabile culturale di Spin Time Labs - ha una mission in questo spazio, all’interno dell’ex sede Inpdap c’è suor Adriana che rappresenta il vicariato e da qui fa attività sociale per il quartiere e per le famiglie povere”. È stata lei, quando i canali politici non hanno sortito nulla di più di qualche attestato di solidarietà, a chiamare Krajewski. “Dopo sei giorni senza corrente elettrica con bambini e malati bisognosi di elettricità per le cure primarie - ci racconta suor Adriana - la situazione era disperata e così mi sono decisa a chiamare padre Konrad, che già nei giorni addietro si era occupato di mandarci i medici solidali del Vaticano per curare le persone all’interno dell’occupazione”. “Non credo abbia tenuto conto delle leggi - prosegue - perché la vita delle persone viene al primo posto”.

E parlando di legalità dice: "Non so chi sia più illegale, se lo Stato che lascia la gente in mezzo alla strada o loro che hanno occupato questo posto". Tuttavia il blitz dell’elemosiniere potrebbe avere delle conseguenze giudiziarie. Stando a quello che riferisce l’AdnKronos, infatti, il Gruppo Acea è pronto a presentare un esposto in procura visto che la manomissione della cabina elettrica “avrebbe potuto portare conseguenze anche mortali qualora fosse stata effettuata una manovra errata”.

Dal canto suo, sentito dall’Agi, Krajewski si dice pronto a fronteggiare “qualsiasi conseguenza”. “Per me conta che quella gente abbia la luce e l’acqua calda, il resto non ha importanza. Non mi interessa quello che altri commentano o come giudicano”. Il riferimento è a Matteo Salvini che ha criticato il gesto del porporato: “C’è questo palazzo occupato a Roma dove ci stavano 3-400 persone che non pagavano le bollette e quindi giustamente la società che gestisce l’elettricità ha staccato la corrente”. Poi la provocazione: “Conto che dopo aver riattaccato la luce adesso paghi anche i 300 mila euro di bollette arretrate.

A proposito di diritti e doveri, penso che voi tutti, magari facendo dei sacrifici, le bollette le pagate”. “Noi - si difendono quelli di Spin Time Labs - le bollette non le abbiamo mai ricevute perciò non ci è mai stato permesso di pagarle". "Ora - promettono - vogliamo metterci in regola ed estinguere questo debito”. Ed in segno di riconoscenza verso il porporato, gli attivisti, si autodenunceranno al prefetto e al sindaco.

“Quello del cardinale - dicono - è stato un gesto di grande coraggio, tecnicamente illegale ma secondo noi legittimo”.

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