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I grillini si spaccano pure sul conflitto di interessi

I ribelli vogliono divieti per chi ha piattaforme web, Fattori: "Va affrontato quello di Casaleggio"

I grillini si spaccano pure sul conflitto di interessi

Roma - Sul conflitto di interessi si profila una possibile nuova spaccatura tra i Cinque stelle. Oggi sarà calendarizzata in commissione Affari costituzionali alla Camera la proposta di legge grillina. Il pacchetto che comprende la legge Macina sul conflitto di interessi in senso stretto, la legge Dadone sulle incompatibilità parlamentari e la proposta Silvestri per le lobby. Per il vicepremier M5s Luigi Di Maio si tratta di un provvedimento necessario, mentre Salvini afferma di non essere contrario in linea di principio, purché la norma «non sia contro qualcuno».

Alcune frange dei dissidenti Cinque stelle hanno messo, però, in questione, il rapporto tra Davide Casaleggio, presidente della Casaleggio Associati e dell'Associazione Rousseau, e il Movimento. Forza Italia ha promesso battaglia accusando i grillini di aver creato una norma favorevole al figlio del cofondatore del Movimento: Nelle file pentastellate non manca chi vorrebbe estendere la norma sul conflitto di interessi anche ai possessori di piattaforme tecnologiche. Secondo alcune indiscrezioni, alcuni «malpancisti» starebbero ragionando sulla possibilità di presentare degli emendamenti ad hoc alla proposta di legge Macina. «Bisogna anche affrontare il conflitto d'interessi di chi detiene piattaforme web: noi abbiamo una piattaforma che decide le sorti del Parlamento, detenuta da una srl privata e ora che siamo al governo la questione va affrontata», ha dichiarato la senatrice ribelle Elena Fattori auspicando che «si discuta a fondo».

Dall'entourage di Casaleggio hanno replicato che il presidente di Rousseau la scorsa settimana è stato alla Camera una giornata intera a disposizione dei parlamentari per rispondere alle loro domande: stigmatizzando l'assenza di Fattori. Obiezioni simili sono state, tuttavia, sollevate dalla collega deputata Gloria Vizzini. «Bisogna vedere se il conflitto di interessi coinvolge Casaleggio: è un privato che influenza le decisioni di un gruppo parlamentare (in quanto cofondatore della nuova associazione M5s), gestisce una piattaforma web che determina le scelte dei parlamentari (vedi caso Diciotti) e poi c'è la tecnologia blockchain, una delle sfere di interesse di Casaleggio, per la quale è stato istituito un apposito fondo nella legge di Bilancio» precisando che non è previsto nessun finanziamento diretto. Lo scontro politico si concentrerà anche sull'incompatibilità tra cariche pubbliche e «la proprietà, il possesso o la disponibilità», anche per interposta persona, di un patrimonio immobiliare o mobiliare superiore a 10 milioni di euro.

La proposta Dadone, invece, fissa per legge il limite dei due mandati per i parlamentari.

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