Cronache

Se fanno scandalo perfino i bambini che giocano a fare i Carabinieri

Adesso fa scandalo il gioco dei bambini-carabinieri

Se fanno scandalo perfino i bambini che giocano a fare i Carabinieri

Più che una testuggine sembra una Tartallegra, quei giochini dell'ovetto Kinder degli anni '90. O al massimo le formazioni dei goffi legionari romani di Asterix. Eppure vedere la foto dei bambini di due classi della scuola elementare «Trento e Trieste» di Cremona in visita al comando provinciale dei Carabinieri ha mandato fuori di testa genitori emotivi e pacifisti. Motivo dell'indignazione social il fatto che ai piccoli - che a occhio si sono divertiti più che con la PlayStation - siano stati fatti indossare casco e scudo da assetto anti-sommossa.

Ricapitolando. C'è un progetto che prevede l'educazione alla legalità. Così i carabinieri aprono le caserme, mostrano le auto di servizio, la centrale operativa, offrono la merenda, spiegano ai bambini cosa fanno in concreto quelle persone che di mestiere li difendono. Li coinvolgono, anche «travestendoli» per farli sentire dei loro. C'erano metodi più efficaci a 7 anni? Costruire le celle col Lego era complicato e il Codice penale risulta noiosetto.

D'altronde è così con tutte le professioni. Le maestre ti portano dal contadino e lì provi a mungere la mucca; dal sarto tagli - con le forbici arrotondate - la stoffa; dai pompieri ti mettono il caschetto e ti fan suonare la sirena (essermi perso la pertica per le vertigini quando avevo sei anni è ancora una ferita aperta). Così i bambini imparano, raccontano entusiasti l'esperienza a casa e si aprono al mondo. È innocuo e di buonsenso.

Invece no, coi Carabinieri è vietato. Perché qualche testa bacata subito pensa a un regime che plagia le giovani menti, a manovre oscure per creare milizie infantili stile balilla: i «Celerini Pulcini» serrati e compatti in stile CasaPound. Perché di fondo - e questa è la cosa più triste - in quello scudo più grande dei loro figlioletti le teste bacate non vedono uno strumento che ci difende, ma il simbolo della violenza, come se i Carabinieri fossero solo i pochi della Diaz e non i tantissimi che rischiano la pelle per la collettività. Urge gita riparatrice al centro sociale per capire come si diventa un ultrà o un no global.

Non resta che sorridere e sperare che l'iniziativa si ripeta.

Perché una cosa è sicura: ogni bimbo ospite in caserma con un casco in testa oggi potrebbe essere una testa bacata in meno domani.

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