Cronaca locale

Usano l'auto per trasportare la refurtiva ma sopra c'è una telecamera che li incastra

Famiglia di sei rom finisce in cella dopo furto a casa di un manager cinese

Usano l'auto per trasportare la refurtiva ma sopra c'è una telecamera che li incastra

È stato soprattutto grazie alle immagini di una telecamera GoPro, montata all'interno dell'abitacolo di una Mini Cooper, che i carabinieri della stazione di Trezzano sul Naviglio hanno arrestato sei nomadi, tutti imparentati tra loro, ritenuti i responsabili di un furto avvenuto la notte della Vigilia di Natale, nella villa di un dirigente cinese 35enne della società di telecomunicazioni Huawei Italia. Il gruppo di ladri - composto da madre, padre (entrambi 39enni) e due figli (di 22 e 19 anni), insieme a due cugini (di 39 e 22 anni) -, approfittando dell'assenza dei proprietari, si era presentato davanti all'abitazione su una Mercedes, lasciandola poi sulla strada con a bordo un membro della banda per fare «da palo». Superati i cancelli e sfondata con un piede di porco una delle grate metalliche sul retro, i «topi» d'appartamento avevano caricato la refurtiva - 120mila euro in monili d'oro e numerose borse di marca Vuitton - nel bagagliaio di una delle macchine della famiglia cinese, una Mini Cooper. Erano all'oscuro che la vettura - dotata di un sistema di registrazione - all'accensione del motore, avrebbe cominciato a trasmettere da remoto le immagini riprese da una cosiddetta dashcam che era stata installata a bordo. La macchina venne così utilizzata per trasferire la refurtiva dalla villa della vittima a un'abitazione altrettanto e forse più lussuosa, a pochi chilometri di stanza: quella dove abita la famiglia rom.

E i ladri? Non si erano accorti dell'occhio elettronico sulla vettura? Certamente. E per questo non avevano esitato a distruggerlo. Tuttavia nel frattempo il congegno aveva già trasmesso alcune immagini utili al riconoscimento di chi aveva partecipato al furto e della villa dove era stata portato il bottino. A peggiorare ulteriormente la situazione (per i ladri ovviamente) il loro ritorno a Trezzano per riportare la Mini Cooper e recuperare l'ultima parte della refurtiva: era stato proprio allora che si erano imbattuti addirittura nel proprietario, di ritorno a casa.

Dopo la denuncia i carabinieri sono entrati in azione. La famiglia di nomadi è nota per numerose precedenti truffe, in particolari a stranieri e rintracciarli non è stata esattamente un'impresa titanica: anni fa il capo famiglia aveva venduto una ditta per la produzione di acciughe salate in Spagna, ma senza esserne il proprietario. Una truffa alla Totò, insomma.

Nell'abitazione dei nomadi i carabinieri hanno effettivamente rinvenuto gran parte del bottino, restituito al dirigente aziendale cinese, ma, decaduti i termini della flagranza, non avevano potuto procedere all'arresto e hanno così dovuto attendere il recupero delle immagini riprese dalla GoPro.

Domenica l'ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha raggiunto i quattro membri della famiglia rom nella villa di Trezzano sul Naviglio; i cugini sono stati catturati rispettivamente a Cerro Maggiore e nel Torinese.

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