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Firenze, il sindaco diserta il dibattito a scuola: "C'è anche Casapound"

Assente anche la candidata di sinistra Antonella Bundu. Il preside deve annullare l'incontro

Firenze, il sindaco diserta il dibattito a scuola: "C'è anche Casapound"

Il 23 maggio, a Firenze, avrebbe dovuto esserci l'ultimo dibattito prima delle elezioni amministrative, organizzato in un istituto tecnico. Ma il confronto è saltato, perché il sindaco di Firenze Dario Nardella, del Pd, e la candidata di sinistra Antonella Bundu hanno rinunciato a partecipare. Il motivo? La presenza del candidato di Casapound, Saverio di Giulio.

Il dirigente scolastico dell'istituto Marco Polo, date le diserzioni, ha dovuto annullare il confronto, cui avevano aderito solamente il centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Il dibattito era stato organizzato per permettere agli studenti che sarebbero andati a votare per la prima volta, di conoscere programmi e idee dei nove candidati sindaci. Venerdì, la Cgil di Firenze, appresa la notizia della presenza di Saverio Di Giulio, aveva lanciato un appello "a tutti i candidati a sindaco che si dicono antifascisti", per disertare l'incontro, perché "il fascismo non è un’opinione come le altre, ma un crimine, e come tale va perseguito e condannato".

Il sindaco Nardella, come riporta il Fatto quotidiano, ha commentato: "Mi sono già scusato con il preside, che si è impegnato molto per dare ai suoi studenti l’opportunità di confrontarsicon i candidati, ma non possiamo chiudere gli occhi davanti agli atteggiamenti fascisti e razzisti di Casapound a Casal Bruciato e nemmeno tapparci le orecchie sulla definizione di "cittadinanza per discendenza" di cui parla il candidato fiorentino di Casapound, parole che rievocano le discriminazioni di razza".

Dura la critica del preside che, vedendo sfumato il dibattito, ha scritto un post su Facebook, dichiarandosi in disaccordo con la posizione presa da Bundu e Nardella:"Affermano che con i fascisti non si parla. Però con i fascisti ci hanno parlato in ben due incontri pubblici. Decidono invece di non partecipare all’incontro in una scuola, dove erano da soli con studenti e insegnanti. Quindi, al di là degli slogan sbandierati a parole di persona e sui social, nei fatti succede che con i fascisti si parla e non si parla poi con studenti e insegnanti".

Per risolvere il problema, il preside ha deciso di invitare i candidati a parlare singolarmente con i ragazzi, con 30 minuti di intervallo tra l'uno e l'altro.

Il dirigente, inoltre, ha specificato di condividere "la preoccupazione per i fenomeni di intolleranza che si registrano nel nostro Paese", affermando però che sarebbe stato opportuno "che venissero a scuola ad incontrare studenti e insegnanti, anche se non condividevano l'invito a CasaPound".

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