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Fuga in massa dal reddito Ma rinunciare non è gratis

Importi ritenuti troppo esigui: sarebbero oltre 100mila i pentiti dell'assegno. Si dovrà restituire quanto avuto

Fuga in massa dal reddito Ma rinunciare non è gratis

Uno su dieci rinuncia. Uno su dieci dice no al reddito di cittadinanza dopo aver presentato regolare domanda. Secondo l'Inps sono oltre un milione le domande per ottenere il sussidio (nell'audizione alla Camera di martedì il presidente dell'istituto, Pasquale Tridico, ha detto che sono più di un milione e centomila). Quindi sarebbero oltre centomila i pentiti dell'assegno di cittadinanza. Che ora vorrebbero tornare indietro. La motivazione che sta dietro questa rinuncia sono l'esiguità degli importi (secondo l'Inps il 7% degli assegni non supera i 50 euro, mentre il 16% non va oltre soglia 300 euro) unita al timore di incappare nei controlli. Il gioco, per molti, non vale la candela.

Quindi sono in tanti a voler restituire le card già ricevute. Si tratta di card prepagate. Ognuna con l'importo stabilito in base al reddito dichiarato dal beneficiario. Il Sole 24 Ore annunciava sabato scorso già che in molti Centri di assistenza fiscale i pentiti del reddito si stanno informando sulle procedure della rinuncia ben sapendo che il tempo stringe visto che proprio ieri sono stati trasferiti dall'Anpal alle Regioni gli elenchi dei cittadini beneficiari che dovranno sottoscrivere un patto per il lavoro con tutte le informazioni utili per la loro convocazione da parte dei centri per l'impiego. Ma attivare la procedura di recesso per il momento non è possibile. L'Inps deve infatti ancora attivare all'uopo un nuovo «canale telematico». La rinuncia al reddito di cittadinanza, inoltre, non sarà indolore: chi rinuncerà al sussidio dovrà restituire quanto già percepito attraverso la card. Non è ancora stata resa nota la procedura per poter richiedere lo stop dei bonifici e quindi uscire dalla platea dei beneficiari, mentre sull'entità degli importi da ridare indietro e le relative modalità delle rinunce dovrebbe fare maggiore chiarezza una circolare dell'Inps in arrivo nei prossimi giorni.

Come detto sopra le domande per il reddito di cittadinanza sono state oltre un milione e, stando a quanto più volte dichiarato dal presidente dell'Inps Pasquale Tridico, soltanto il 75% otterrà l'autorizzazione. Se a questo numero si aggiunge la schiera di chi si mostra pentito del beneficio, alla fine il sussidio andrà a coprire una fetta della popolazione ben inferiore alle attese. Tanto che già si pensa di correre ai ripari. Con un nuovo decreto che allarghi la platea dei beneficiari. A dirlo è lo stesso presidente dell'istituto di previdenza. «Il decreto è già pronto - spiega Tridico -. Manca soltanto il veicolo legislativo per valutare le richieste per accedere al reddito di cittadinanza sulla base del reddito corrente. Questo permetterà ai disoccupati in particolari situazioni, percettori di sussidio di disoccupazione o disoccupati da oltre diciotto mesi, di accedere al reddito».

Intanto i due vicepremier, ognuno a modo proprio, offrono un tangibile segno che il reddito di cittadinanza non ha sortito gli effetti sperati. Di Maio, al termine di un incontro con il Forum delle famiglie, ha annunciato che il risparmio di un miliardo precedentemente destinato al reddito di cittadinanza verrà messo a disposizione per creare un «fondo per i figli». «Il reddito di cittadinanza - dice il capo della Lega a proposito delle notizie sulla fuga dei pentiti del sussidio - non è il futuro del Paese. Questi assegni da 200/300 euro non sono che una toppa, non certo il futuro.

Qualcuno invece di andare avanti vuole andare indietro».

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