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Di Battista: "Salvini pensava che saremo stati complici?"

Alessandro Di Battista torna sulla scena e attacca il leader della Lega: "Salvini pensava che il Movimento, in quanto alleato, tacesse davanti alla corruzione? Siamo legati da un contratto, non siamo complici"

Di Battista: "Salvini pensava che saremo stati complici?"

"Salvini pensava che il Movimento, in quanto alleato, tacesse davanti alla corruzione? Siamo legati da un contratto, non siamo complici". Alessandro Di Battista torna sulla scena con un'intervista al Corriere della Sera in cui si mostra a favore del cambio di passo portato avanti dal M5S.

"Non vedo litigi, ma un Movimento intransigente davanti agli scandali di corruzione che hanno toccato tutti i partiti", aggiunge Di Battista che ci tiene a puntualizzare:"Non sono mai andato via. Ho sempre detto la mia, come sto facendo adesso". E sulla possibile resa dei conti all'interno del governo dopo le Europee, dice: "Credo che se qualcuno dovesse proporre un rimpasto lo farà con l’idea di mandare tutto all’aria. A noi delle poltrone non importa, ci interessa solo il contratto. E basta". 'Dibba' invita il governo a varare una legge sul conflitto di interessi e a "puntare sui diritti economico-sociali" per "arginare il razzismo".

A chi pensa che il Pd sarebbe stato un alleato migliore della Lega che ora è sotto il mirino della magistratura, Di Battista risponde:"Se avessimo fatto un governo con il Pd, oggi avremmo dovuto affrontare gli scandali dem in Umbria e Calabria" e aggiunge: "la Lega lo “Spazzacorrotti” l’ha votato, il Pd ha votato contro". Di Battista, però, suggerisce a Matteo Salvini "di essere meno arrogante e chiedere una mano al presidente Conte, dato che vanta una maggiore credibilità a livello internazionale rispetto a lui" e poi lancia una stoccata: "Sono un semplice cittadino, lo stipendio a Salvini lo pago anche io. Vorrei che lavorasse di più: meno marketing e più sicurezza sui territori". L'ex deputato pentastellato, poi, smentisce di voler correre per la poltrona di sindaco di Roma. "Mi interessa di più la politica internazionale", dice, e pertanto aspetterà le prossime Politiche per tornare in campo.

Nell'immediato futuro collaborerà con la Fazi editore: "Ho intenzione di spingere libri sulla blockchain, sull’innovazione e sulle opportunità geopolitiche orientali", spiega volgendo il suo sguardo verso la Cina e l'India.

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