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I giudici costituzionali francesi: "Sarkozy può essere processato per finanziamento illecito"

I legali di Sarkozy hanno reagito al verdetto presentando alla Corte di cassazione un ricorso contro la celebrazione del processo a carico dell’ex presidente

I giudici costituzionali francesi: "Sarkozy può essere processato per finanziamento illecito"

Il Consiglio costituzionale francese, massimo organo giudiziario transalpino, ha autorizzato il processo a carico dell’ex presidente Nicolas Sarkozy per finanziamenti illeciti percepiti durante le elezioni del 2012.

L'esponente gollista, ritiratosi dalla politica nel 2017 in seguito alla sconfitta subita alle primarie, è attualmente indagato dalla procura di Parigi nell’ambito del cosiddetto “scandalo Bygmalion”. A detta degli inquirenti, la campagna presidenziale di Sarkozy di sette anni fa, alla fine della quale sarebbe stato sconfitto dal socialista François Hollande, avrebbe beneficiato di donazioni di denaro superiori a quasi il doppio del limite prescritto dalla legge sul finanziamento dei partiti.

Nel 2012, sostiene la procura, il candidato di centrodestra si sarebbe rivolto a una società di pubbliche relazioni e di revisione contabile, denominata appunto Bygmalion, che avrebbe quindi provveduto a falsificare i bilanci della campagna presidenziale di Sarkozy, nascondendo alle autorità di vigilanza elettorale il reale ammontare delle donazioni da lui percepite.

Contro la richiesta di rinvio a giudizio formulata a suo carico dagli inquirenti parigini, l’ex Capo dello Stato aveva fatto appello al Consiglio costituzionale, lamentando l’illegittimità del processo istruito ai suoi danni in merito ai fatti del 2012. L’appello dell’esponente gollista era incentrato sull’additare le incriminazioni avanzate dalla procura della capitale come configuranti una violazione del “ne bis in idem”, principio in base al quale un individuo non può essere processato due volte per lo stesso reato. Sarkozy era stato appunto sottoposto a procedimento penale già nel 2013 per la medesima imputazione e condannato allora a una sanzione pari a più di 360mila euro.

Tuttavia, la tesi del ricorrente, basata sulla messa in evidenza di una presunta “persecuzione giudiziaria” nei suoi confronti, non è stata accolta dal Consiglio costituzionale, che ha di recente autorizzato il rinvio a giudizio dell’ex inquilino dell’Eliseo. Oltre a Sarkozy, per effetto della decisione del massimo organo giudiziario francese, andranno alla sbarra, indiziati dello steso reato, altri 13 coimputati, tutti collaboratori dell’ex leader del centrodestra transalpino.

I legali di quest’ultimo hanno però proposto un nuovo appello contro la celebrazione del processo sui finanziamenti illeciti alla campagna presidenziale gollista del 2012. Gli avvocati dell’ex Capo dello Stato hanno infatti reagito al verdetto del tribunale costituzionale nazionale denunciando alla Corte di cassazione l’illegittimità delle incriminazioni contro Sarkozy.

Di conseguenza, fino a quando penderà questo ennesimo ricorso, il procedimento penale nel quale è coinvolto il marito di Carla Bruni resterà sospeso ancora per un po’.

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