Cronache

Il monito del papa sulle fake news: "Operate secondo verità"

Papa Francesco, ricevendo in udienza l'Associazione stampa estera in Italia, ha ribadito la necessità di raccontare solo la verità dei fatti

Il monito del papa sulle fake news: "Operate secondo verità"

Papa Francesco, nel corso del suo pontificato, è stato suo malgrado oggetto di fake news. Il Santo Padre sembra esserne consapevole. Almeno leggendo quanto dichiarato questa mattina dal pontefice argentino all'Associazione stampa estera, che è stata ricevuta in Vaticano nel corso di un'udienza mattutina.

Jorge Mario Bergoglio ha rilanciato una battaglia che aveva già fatto intrapreso in altre occasioni: quella, appunto, contro la distosione narrativa della realtà dei fatti. Uno dei virgolettati centrali della sua riflessione, tra quelli riportati pure sull'Huffington Post, è più che esplicito: "Operare secondo verità e giustizia - ha avvertito il vescovo di Roma - , affinché la comunicazione sia davvero strumento per costruire, non per distruggere; per incontrarsi, non per scontrarsi; per dialogare, non per monologare; per orientare, non per disorientare; per capirsi, non per fraintendersi; per camminare in pace, non per seminare odio; per dare voce a chi non ha voce, non per fare da megafono a chi urla più forte".

Il vertice della Chiesa cattolica, insomma, dopo i moniti sulla pericolosità del populismo sovranista e la pastorale sulla necessità dall'accoglienza dei migranti, sembra aver individuato un altro macro tema spendibile e necessario per questi tempi così complessi. E il papa, per rimarcare ancor di più concetti che necessitano di una visione ampia e analatica, ha scelto di prendere in considerazione le parole del suo predecessore. Joseph Ratzinger, all'interno di una dei suoi ragionamenti sul valore e sul ruolo della comunicazione, aveva lanciato un monito sulla obbligatorietà di non recepire in maniera passiva ogni messaggio inoltrato dai media.

Esattamente un anno fa, peraltro, papa Francesco aveva accostato le fake news ad attività proprie del "serpente", che per l'ex arcivescovo di Buenos Aires è sempre e solo il diavolo.

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