Cronache

Piacenza, clandestini si pestano in aula: botte ad agenti, insulti ai giudici

Dopo la lite con accoltellamento per strada i tre clandestini, tra l'altro già colpiti da decreto di espulsione mai ottemperato, hanno continuato ad accusarsi l'un l'altro e ad insultarsi anche in aula. Botte ai poliziotti che tentavano di tenerli divisi ed insulti al giudice e alla giustizia italiana

Piacenza, clandestini si pestano in aula: botte ad agenti, insulti ai giudici

Violenta lite con accoltellamento al quartiere Roma di Piacenza, dove a fronteggiarsi sono stati tre nordafricani.

L'episodio risale alla tarda mattinata dello scorso venerdì, quando numerosi passanti hanno allertato le forze dell'ordine alla vista dello scontro fra gli stranieri armati e del sangue riversato per strada.

Sul posto, vale a dire all'incrocio tra via Torricella e via Alberoni, sono giunte alcune volanti della polizia stradale, dei carabinieri e della questura di Piacenza. I responsabili dei disordini, coperti di sangue, non sono di certo passati inosservati, ma solo due si trovavano ancora lì al momento dell'arrivo di agenti e militari. Con ferite e lesioni al collo, al viso ed alle braccia, un tunisino ed un algerino sono stati soccorsi sul posto dai sanitari del 118 e trasportati in ospedale per ricevere le cure del caso. A causa dei tagli e di qualche costola rotta, il primo ha ricevuto una prognosi di 8 giorni; 21 invece i giorni assegnati al secondo, che si trovava anche sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.

Sul luogo della lite, nel frattempo, gli inquirenti recuperavano due taglierini ed un coltello da cucina con lama lunga circa 20 centimetri. Poco dopo, grazie alle testimonianze raccolte, è stato identificato ed individuato anche il terzo paretecipante allo scontro, un uomo di nazionalità marocchina. Quest'ultimo è stato arrestato all'interno del suo appartamento in via Moroni, dove stava cercando di ripulirsi del sangue che aveva ancora addosso.

Sulle dinamiche della lite non sono ancora chiari tutti i dettagli, ma pare che le cause siano da ricercare in un conflitto sorto in seno al mondo dello spaccio di droga.

Durante le fasi di identificazione è risultato che tutti e tre i nordafricani, clandestini e con numerosi precedenti proprio per spaccio, erano stati colpiti da un decreto di espulsione mai ottemperato.

Dopo che le accuse sono state formalizzate, gli stranieri hanno trascorso una notte dietro le sbarre delle celle di sicurezza della questura di Piacenza, prima di finire in tribunale per il giudizio direttissimo. I forti dissapori sono emersi sia durante le deposizioni, dove i magrebini si sono accusati l'un l'altro, che in tribunale.

Qui il tunisino ha cercato di aggredire l'algerino, e per riuscire a farlo ha scagliato dei colpi anche contro i poliziotti che si trovavano tra di loro, colpendoli con dei calci. Le liti sono proseguite anche in aula, tra urla e provocazioni. Se ciò non bastasse, dopo la sentenza il tunisino ha insultato il giudice ed in genere la giustizia italiana, intemperanze che, insieme all'aggressione ai poliziotti, dovranno essere nuovamente vagliate.

I litiganti attenderanno dietro le sbarre del carcere la prima udienza del processo che li vedrà coinviolti.

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