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A Riace indagata la vice di Lucano

La Spanò, ora candidata sindaco, è accusata di falso ideologico

A Riace indagata la vice di Lucano

Ancora nuvole nel «cielo sopra Riace». Questo è il nome della lista con cui correrà alle prossime elezioni amministrative del 26 maggio, come candidato consigliere, l'ex sindaco Mimmo Lucano, nell'occhio del ciclone per l'inchiesta della Procura di Locri sui presunti illeciti nella gestione del «sistema di accoglienza» degli immigrati nel piccolo paese in provincia di Reggio Calabria. E ieri è arrivata un'altra tegola per una fedelissima del primo cittadino uscente, Maria Spanò, candidata a sindaco nella lista di Lucano e assessore ai Lavori Pubblici durante l'ultima consiliatura. L'ipotesi di reato per la Spanò, che ha ricevuto un avviso di garanzia negli scorsi giorni, è falso ideologico in concorso con Lucano. Secondo la procura i due amministratori «rilasciavano carte d'identità a soggetti stranieri privi dei requisiti previsti, attestando falsamente che fossero residenti a Riace e muniti del permesso di soggiorno».

L'indagine fa parte di una tranche dell'inchiesta denominata Xenia, che ha portato, ad aprile scorso, al rinvio a giudizio dell'ex sindaco, accusato di associazione a delinquere, truffa, abuso d'ufficio, peculato, concussione, frode in pubbliche forniture, falso e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Lucano è sottoposto anche a divieto di dimora nel comune di Riace. Insieme all'ex sindaco sono state rinviate a giudizio altre 26 persone. E la posizione della Spanò era stata stralciata, durante l'udienza preliminare del filone principale, perché il suo legale aveva sollevato un difetto di notifica dell'avviso di conclusione indagini.

La Spanò ieri ha dichiarato, riferendosi alla tempistica dell'avviso di garanzia, a pochi giorni dal voto per il rinnovo dell'amministrazione comunale: «Ci sono tutta una serie di aspetti molto curiosi che preferisco non commentare, mi limito a dire che non tocca certo al sindaco, al suo vice o all'amministratore autorizzato al rilascio, svolgere istruttoria e controlli per le carte di identità. Come in tutti i Comuni, la firma è solo un passaggio formale».

In questa ultima tranche dell'inchiesta Xenia sono indagate, insieme all'aspirante sindaco, Annamaria Maiolo e Valentina Micelotto, impiegate nella gestione del sistema di accoglienza del «modello Riace», così come è stato definito dai sostenitori dell'ex sindaco Lucano, che fino a qualche mese fa sembrava in lizza per un posto nelle liste del Pd alle elezioni europee. Maiolo e Micelotto sono accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere, abuso d'ufficio, truffa e peculato.

Nei prossimi giorni la Spanò sarà sentita dal giudice, al quale ha chiesto di poter spiegare la sua posizione.

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