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Francia, bufera per una foto della festa anti razzista

Attivisti di coloro hanno sollevato una bufera per una foto giudicata razzista, ma le accuse sono state smentite: lo scandalo dello scatto di Noisy

Francia, bufera per una foto della festa anti razzista

Gli errori procedurali, come quelli stilistici e comunicativi, sono sempre dietro l'angolo. Pure quando si tratta di foto. Nel corso della celebrazione nazionale tramite cui la Francia rievoca, anche come monito per il futuro, la fine storica della tratta degli schiavi, il compito di coprire con l'ombrello delle donne bianche è stato affidato a giovani ragazzi neri. Una scelta che, a prima vista e interpretando l'immagine balzata agli onori delle cronache senza approfondire in maniera certosina, può essere giudicata come decisamente fuori luogo.

Spesso, nel corso di quest'ultimo decennio, la nazione d'Oltralpe è stata accostata, come quasi tutto il Vecchio continente, al ritorno del neo colonialismo. Nicolas Sarkozy prima ed Emmanuel Macron poi hanno riportato in auge, almeno in politica estera, la dottrina politica bonapartista, ma da qui a parlare di ritorno del razzismo ce ne passa. Soprattutto se, indagando meglio attorno alla bufera sollevata per la fotografia di Noisy-le-Sec - questo è il nome della cittadina in cui ha avuto luogo l'iniziativa - , si comprende come le critiche arrivate pure a mezzo social siano del tutto ingiustificate. Quando la nazionale di calcio francese ha trionfato nel corso dell'ultimo Mondiale di Russia, gli urlatori razzisti hanno imperversato nei luoghi fisici e non della discussione post-manifestazione: prese di posizione da stigmatizzare senza pensarci troppo. Questa volta, a farsi risentire, sono stati attivisti neri operanti in tutto il consesso occidentale. Perché una foto di quella tipologia, una che ritrae un giovane di colore intento a riparare dalla inconsueta pioggia di maggio un'anziana signora transalpina, magari può suggerire come i pregiudizi, più che essere finiti nel dimenticatoio della storia, in Francia, siano stati ripristinati. Ma, come accennavamo, non è questo il valore che va attribuito all'immagine.

Non è stata, insomma, la "Giornata nazionale del ritorno alla schiavitù" - come ha sostenuto Rockman Bentum - . E questo perché in modo del tutto banale, come spiegato su Libero, che ha riportato quanto scritto su Libération, di foto ne esistono altre: ulteriori ritratti in cui a essere immortalati sono sempre ragazzi di colore che evitano alle signore un bagno fuori stagione mediante i più tipici dei parapioggia. Ma le persone che coperte, a ben vedere, non sono solo bianche. C'era bon ton, insomma, sullo sfondo di questa storia, ma la vicenda non può essere ascritta all'elenco degli episodi razzisti.

Gli errori - premettevamo - sono siempre dietro l'angolo, ma non è questo il caso.

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