Economia

Crescita debole De Felice: «Ora servono gli investimenti»

Cinzia Meoni

Per tornare a crescere in modo sostenuto occorre rilanciare gli investimenti nel manifatturiero sia a livello pubblico che privato. A cominciare da settori chiave come quello dell'auto che si stima valga in Italia, indotto compreso, 330 miliardi. È con questo invito che Gregorio De Felice (nella foto), capo economista di Intesa Sanpaolo, introduce la presentazione del 95° Rapporto analisi dei settori industriali. «Il periodo più difficile per il manifatturiero italiano dovrebbe essere passato, ma ora servono investimenti e maggiore competitività all'estero per garantire crescita nel prossimo quadriennio», sostiene De Felice. Il fatturato dell'industria manifatturiera italiana «è risultato in crescita nei primi mesi del 2019 rispetto al 2018» (chiuso con un progresso, a prezzi costanti, dell'1,4%, contro il +3,1% del 2017). L'incertezza che caratterizza i mercati tra guerre commerciali, Brexit ed elezioni potrebbe però frenare le prospettive di espansione. E infatti per fine anno il rapporto stima «una stabilizzazione» delle vendite a prezzi costanti. «Per quest'anno prevediamo una tenuta del fatturato, mentre ci attendiamo un recupero nel periodo di previsione 2020-23», ha aggiunto Alessandra Lanza, senior partner di Prometeia. Nel 2020 il fatturato dell'industria manifatturiera italiana dovrebbe aumentare dello 0,9% a prezzi costanti, per poi mettere a segno un +1,5% all'anno per il triennio successivo. A sostenere l'espansione dovrebbero concorrere investimenti destinati dalle imprese alla digitalizzazione e alla sostenibilità. «Si stima che in Italia gli investimenti aumentino del 5,3% complessivo tra il 2019 e il 2021, una percentuale minima rispetto a quanto destinato all'innovazione da Paesi come Germania» ha rimarcato De Felice. Tanto più che il 48% della produzione italiana prende la strada dell'export per cui potrebbe rappresentare un ulteriore vantaggio aumentare la base produttiva visto che la crisi ci ha lasciato aziende più forti ma anche meno numerose.

Quanto al futuro, i settori su cui scommettere sono l'auto con la transizione verso il modello elettrico, il largo consumo, la meccanica, l'elettrotecnica e il farmaceutico.

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