Cronache

Altro che più arrivi a maggio: ecco i veri numeri degli sbarchi

Il ministero dell'interno smentisce chi parla della possibilità dell'aumento degli sbarchi nell'ultimo mese: "In Italia entrati 1.425 migranti dal 1 gennaio - confermano fonti del Viminale - Per la prima volta il numero dei rimpatri supera quello degli arrivi"

Altro che più arrivi a maggio: ecco i veri numeri degli sbarchi

“Gli sbarchi sono diminuiti dell’86.83% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”: sono fonti del Viminale a ribadire un dato visto profondamente al ribasso se paragonato a dodici mesi fa.

Un modo, quello del ministero dell’interno, per replicare a chi da più parti inizia a parlare di possibile grande aumento del fenomeno migratorio in questo mese di maggio, alla luce delle ultime tensioni con le Organizzazioni non governative e degli ultimi sbarchi tra Lampedusa e l’agrigentino.

Il dato fornito dal dicastero aggiornato al 24 maggio 2019, parla di complessive 1.425 persone approdate in Italia a fronte delle 10.817 arrivate nel nostro paese dal 1 gennaio al 24 maggio 2018. Dunque un calo, tengono a precisare dal ministero dell’interno, che arriva all’86% complessivo e che appare in linea con la diminuzione già registrata negli ultimi mesi dell’anno passato.

Dal Viminale si prova a rispondere ai recenti allarmi, ponendo in primo piano anche il raffronto tra arrivi e rimpatri nel 2019: “In questo anno – sottolineano ancora fonti del ministero dell’interno – Per la prima volta si contano più persone rimpatriate che arrivate”.

Se il numero di chi sbarca infatti si ferma a 1.425, nel 2019 ad essere rimpatriati sono complessivamente 2.530 soggetti: tra questi 2.408 lasciano l’Italia forzatamente, 122 invece raggiungono i propri Paesi d’origine su base volontaria.

Il dicastero cerca di stoppare sul nascere possibili voci circa un’impennata degli approdi, dimostrando il contrario e mettendo in evidenza come anche sui rimpatri si inizia a muovere qualcosa.

Eppure certamente la preoccupazione non manca: se da un lato l’arrivo della primavera rende fisiologico un aumento dei flussi migratori, dall’altro l’attivismo ritrovato delle navi delle organizzazioni non governative e la persistente crisi militare a Tripoli sembrano creare i presupposti per un’accentuazione del fenomeno.

Per il momento i numeri dell’emergenza pronosticata ad aprile, quando in Libia inizia la battaglia per la presa della capitale, non sembrano esserci ed i dati sulla diminuzione dei migranti arrivati in Italia appaiono in linea a livello percentuale con gli ultimi mesi del 2018. Ma i prossimi mesi rischiano di essere “più caldi” e non solo sotto il profilo climatico.

In parole povere, il Viminale evidenzia come il calo dei flussi oramai è una costante ma al tempo stesso negli uffici del ministero si studiano piani per contrastare eventuali aumenti.

Il tutto ovviamente al netto di cambiamenti politici che, vista l’attuale situazione, occorre pur sempre mettere in conto.

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