Economia

Carige, il Fondo rassicura: "Ci sono altri pretendenti"

Maccarone: «Dire liquidazione non ha senso» E Salvini rilancia: «Siamo pronti a intervenire»

Carige, il Fondo rassicura: "Ci sono altri pretendenti"

A Genova aumenta la confusione e diminuiscono le certezze. Riassunto delle ultime puntate sul salvataggio di Carige: la Bce va in pressing per trovare una soluzione privata e qualcuno a Francoforte (con un occhio alla partita aperta sul successore di Mario Draghi) agita il fantasma della liquidazione ordinata, il Fondo interbancario rassicura che un cavaliere bianco verrà trovato e la Lega cavalca il salvataggio di Stato a fini elettorali.

Ad agitare nuovamente le acque dopo il dietrofront di Blackrock ci hanno pensato quattro fonti anonime che mercoledì hanno detto all'agenzia Reuters che la Vigilanza è pronta a staccare la spina all'istituto ligure se i commissari straordinari non trovano un fondo o una banca disposta a garantire un futuro a Carige escludendo, così, l'ipotesi di un salvataggio pubblico basato sullo schema Mps. «Parlare oggi di liquidazione è un nonsense, ed è anche deplorevole che si dicano delle cose che possono avere degli effetti pesanti su banche in condizioni potenzialmente delicate», ha replicato ieri il presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, Salvatore Maccarone. Smentendo le voci raccolte da Reuters e definite «solo speculazioni» dalla stessa Bce. Maccarone assicura che «ci sono altri commensali al tavolo» e ricorda che il partner avrebbe dovuto essere Blackrock ma «a un certo punto c'è stata una certa turbolenza sul piano sindacale e potrebbe essere questo che può avere indotto» il colosso Usa a sfilarsi. Quanto ai Malacalza, «se loro non votano l'operazione non si fa, dato che per fare un aumento di capitale ci vuole un'assemblea che lo deliberi».

Sul destino della banca ligure ha intanto messo il cappello la Lega che si dichiara pronta a intervenire con soldi pubblici, ha detto il vicepremier Matteo Salvini in un'intervista al quotidiano di Genova, Il Secolo XIX. «Certamente come Lega siamo pronti ad un intervento pubblico, qualora in tempi brevi non si dovessero affacciare nuovi, veri, affidabili capitali privati», ha detto il leader della Lega che ha presentato un emendamento al Decreto Crescita in sede di commissione Bilancio e Finanze. La proposta, firmata dal deputato del Carroccio, Alberto Gusmeroli, prevede un bonus fiscale da circa 700 milioni calcolando subito in bilancio le Dta, le perdite pregresse, senza spalmarle in dieci anni. Ma solo se si trovasse una banca piccola con cui impostare la fusione e se gli attivi combinati delle due «promesse spose» non superassero i 30 miliardi. Salvini agita gli elettori sugli spalti ma il pallone, nel campo di Genova, è in mano ai commissari e a Bankitalia.

E se non verrà trovato l'«attaccante» italiano o straniero capace di riportare Carige in zona salvezza, gli arbitri europei potrebbero fischiare la fine della partita.

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