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"Via l'abuso d'ufficio". La nuova lite con il M5s che preoccupa il Colle

Salvini vuol abolire il reato, Di Maio lo insulta E Mattarella pensa già alla Finanziaria 2020

"Via l'abuso d'ufficio". La nuova lite con il M5s che preoccupa il Colle

Roma- C'erano due virus nel computer, due trojan, e il capo dello Stato, ricevendo separatamente Giuseppe Conte e Matteo Salvini, nel giro di un pomeriggio è riuscito a eliminarli: rimandato a tempi migliori il decreto grillino sulla famiglia privo di coperture, rispedito in cantiere quello leghista sulla sicurezza, in forte odore di incostituzionalità. Ma siccome il software della politica italiana non è protetto, ecco che, 24 ore più tardi, il baco si è ripresentato. Stavolta il sistema si è impallato sull'abuso d'ufficio. Salvini, in cerca di veloci rivincite, vuole abolire il reato «perché blocca l'Italia». Di Maio la liquida come «una stronzata».

A due giorni dalle europee il leader del Carroccio cerca di recuperare sul fronte degli imprenditori, negli ultimi tempi assai corteggiati da M5s. «Bisogna alleggerire la burocrazia - dice a Radio Anch'io - togliere vincoli, fare, liberare. Se per paura che qualcuno rubi blocchiamo tutto, tanto vale mettere il cartello affittasi ai confini del Paese e offrirsi alla prima multinazionale cinese che arriva». Il ministro dell'Interno vuole «scommettere sulla buona fede» degli industriali. «Se uno ruba e lo becco, lo metto in galera. Se ruba da pubblico ufficiale il doppio della pena, ma non possiamo per presunzione di colpevolezza paralizzare tutto».

La replica dell'altro vicepremier arriva via Facebook e non è certo un'apertura. «Il prossimo passo quale sarà? Che per evitare di far dimettere un sottosegretario togliamo il reato di corruzione? Sia chiara una cosa, per noi il governo va avanti, ma a un patto: più lavoro e meno stronzate! Voler togliere questo reato è forse un modo per chiedere il voto ai condannati o per salvare qualche amico governatore?». Dunque il Movimento «farà muro» perché «l'abuso di ufficio è un reato in cui cade spesso chi amministra, però se un sindaco agisce onestamente non ha nulla da temere».

Salvini però incassa, a sorpresa, la parziale disponibilità di Raffaele Cantone. «Sono assolutamente contrario all'abolizione del reato d'abuso d'ufficio, dire che il Paese è bloccato dalle indagini è un alibi. Ma credo che sia opportuno pensare se ci sia uno spazio per una modifica». Il ministro dell'Interno si dice «pienamente d'accordo col presidente dell'Anticorruzione: bisogna cambiare la norma per punire i veri colpevoli e lasciare lavorare serenamente i cittadini». E Di Maio quasi lo irride: «Bene il dietrofront».

Insomma niente pace dopo il braccio di ferro, nemmeno una tregua armata. Sergio Mattarella sta cominciando a preoccuparsi sul serio. Infatti, al di là della tattica pre-elettorale dei due partiti, del tentativo di distinguersi per fare il pieno di voti, da diverse settimane sta emergendo un duello rusticano su qualsiasi argomento, uno scontro totale tra Lega e Cinque Stelle che, visto dalla prospettiva del Colle, renderà molto difficile rimettere insieme una coalizione capace di governare. I tempi delle leggi di spesa sono finiti, tra riforma della Fornero e reddito di cittadinanza abbiamo già dato: sarà in grado questa maggioranza, si chiedono al Quirinale, di varare una Finanziaria pesante come quella che si prospetta? E se non loro, chi altro?

Sul punto Salvini, fresco del faccia a faccia con il capo dello Stato, ostenta tranquillità: «Io chiedo il voto per cambiare l'Europa, non chiedo mezza poltrona in più. Certo, se la Lega sarà il primo partito in Italia, la flat tax sarà la priorità». Di Maio non gli lascia passare nemmeno questa: «Sento citazioni bibliche, verrà la grandine...

dobbiamo pensare ai fatti concreti».

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