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Da Weinstein 44 milioni per chiudere il #MeToo

Da Weinstein 44 milioni per chiudere il #MeToo

New York Harvey Weinstein è pronto a risarcire le donne che lo hanno accusato di abusi sessuali. L'ex produttore, finito al centro dello scandalo che ha dato l'avvio al movimento #Metoo, ha raggiunto con il procuratore generale di New York un accordo da 44 milioni di dollari per risolvere l'azione legale intentata nei suoi confronti dalle presunte vittime che lo hanno denunciato per molestie sessuali. Secondo il Wall Street Journal, in base all'intesa, non ancora finalizzata, circa 30 milioni di dollari andrebbero ripartiti tra alcune accusatrici, creditori dell'ex studio di produzione cinematografica di Weinstein ed ex dipendenti. Il resto della somma invece andrebbe a coprire le spese legali per i suoi soci, inclusi membri del consiglio di amministrazione citati come imputati in cause legali.

In totale sono oltre 80 le donne che lo hanno accusato di aver commesso un illecito - tra cui ci sono anche celebrità come Ashley Judd, Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow, Salma Hayek e Asia Argento - ma molte delle denunce sono per molestie sessuali, che è una violazione civile. L'accordo consentirebbe quindi di chiudere in via extragiudiziale le procedure civili, mentre non riguarda il processo penale che l'ex re di Hollywood dovrebbe affrontare a settembre a New York con l'accusa di stupro e altri sei crimini. Reati per cui l'ex produttore 67enne si è dichiarato non colpevole, negando tutte le denunce di rapporti sessuali non consenzienti. «Abbiamo un accordo economico in linea di principio che è sostenuto dai querelanti, dall'ufficio del procuratore generale di New York, dagli imputati e dalle società assicuratrici», ha detto Adam Harris, avvocato di Bob Weistein - fratello di Harvey e co-fondatore della Weinstein Company - al giudice del tribunale fallimentare di Wilmington, in Delaware.

La somma proposta è meno della metà di quella che è stata inizialmente discussa per il fondo destinato alle vittime durante le discussioni avvenute lo scorso anno tra un gruppo di investitori interessati all'acquisto di beni della Weinstein Company ed Eric T. Schneiderman, all'epoca attorney general di New York. Quell'accordo, che fallì all'ultimo minuto, includeva infatti un fondo il cui valore era sino a 90 milioni di dollari.

Weinstein, a lungo uno dei personaggi più potenti di Hollywood, è caduto in disgrazia dopo che nell'ottobre 2017 indagini del New York Times e del New Yorker hanno rivelato le prime accuse di molestie sessuali da parte di tantissime donne per episodi risalenti anche a decenni prima.

Dopo lo scandalo è stato cacciato dalla Weinstein Company, che ha presentato istanza di fallimento nel marzo 2018, ed espulso dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences.

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