Controstorie

Il piccolo eden comunista che non piace ai giovani

Piena occupazione e zero crimini, ma il governo locale è ormai una dittatura. Con le prime crepe

Il piccolo eden comunista che non piace ai giovani

da Marinaleda (Siviglia)

A un centinaio di chilometri a Sud di Siviglia, tra i campi di farro e orzo, su un fazzoletto di terra di 12 chilometri quadrati, strappati ad antichi feudatari, è adagiato un paesino di 2.700 persone di cui tutto il mondo parla. Qui dalla fine degli anni Settanta, si registra la piena occupazione e nessun crimine.

La crisi economica che si è mangiata cinque milioni di posti di lavoro in Spagna tra il 2008 e il 2015 qui non è mai arrivata poiché a Marinaleda negli ultimi quattro decenni è stata costruita un'economia che al sistema capitalista preferisce la cooperazione, che invece dell'utile, vuole la felicità dei cittadini, impegnati nei campi e nell'industria agroalimentare. Il motore economico è la cooperativa agricola che segue tutti i processi, dalla coltivazione alla vendita dei prodotti fino alla confettura. Così l'ottanta per cento dei marinaleños ha una busta paga di 1300 euro. Con quel salario non diventi ricco in Spagna, ma in Andalusia permette una vita dignitosa. Contribuisce alla felicità il welfare locale: gli affitti sono calmierati, 20 euro al mese per un bilocale, 30 per un trilocale. Il Comune spinge all'acquisto della casa, violando però la prima regola del socialismo: nessuna proprietà privata. L'abitazione si può costruire, ma per avere gratis il terreno e il permesso si seguono alcune regole: la casa non deve superare i 90 mq, i proprietari devono partecipare attivamente alla costruzione e non potranno mai venderla, ma soltanto dare in eredità. Solo rispettando le regole il governo andaluso concede il mutuo a interessi zero, erogato per l'ottanta per cento dalle sue casse, mentre il resto lo presta il Comune. Non si deve, quindi, sottostare agli interessi bancari, non si deve pagare il notaio, ci pensa l'ufficio tecnico. Con questo metodo a Marinaleda negli ultimi trent'anni sono state edificate 450 abitazioni.

Il merito di questo inedito esperimento socio-economico in salsa socialista è del rivoluzionario alcalde di Marinaleda, Juan Manuel Sánchez Gordillo. Sánchez, 67 anni, lo scorso 4 maggio ha festeggiato i quarant'anni di gestione da sindaco e il 26 maggio è stato rieletto per l'undicesima volta consecutiva. Cose bulgare. Dal 1979 è sempre stato rieletto per Candidatura Unitaria de Trabajadores (Cut), la sinistra operaia e anticapitalista andalusa, con una media di preferenze del 65/70%. Ma non all'ultima tornata elettorale: domenica la sua nuova coalizione Adelante è passata col 48,53% delle preferenze rispetto agli avversari di Avanza, fermi al 46,13%. È il segno che l'aria sta cambiando anche nella sua non più granitica tana ultra comunista. Venti punti persi in cinque anni pesano come macigni, ma lui se ne frega e va avanti, anzi, adelante! Del resto è lui che ha messo in piedi la cooperativa agricola El Humoso (Il Fumoso) e che nel 1991 ha guidato l'espropriazione di 1200 ettari di terra ad antichi nobili feudatari andalusi, aprendo a tutti le porte del Comune per decidere su casa, lavoro, budget per scuole e servizi. E predicare i verbo del socialismo reale.

La revolucíon di Gordillo è partecipativa: tutti i cittadini votano per alzata di mano gli stessi argomenti dei consiglieri comunali, per poi festeggiare al bar con tanta cerveza. Lui non è soltanto un sindaco, ma un insegnante di storia, un sindacalista, un politico che si è ispirato ai valori del socialismo reale per costruire, in quattro decenni, un sistema che garantisce la sussistenza e l'indipendenza totale alla sua comunità-feudo. Da una misera produzione post franchista, i raccolti si sono sestuplicati, regalando dignità e benessere a tutti i residenti e marchi dop ai prodotti agricoli. Il Comune offre servizi a costi bassissimi: l'asilo nido, con colazione e pranzo, 14 euro al mese, la piscina 6 euro. Gli anziani possono avere gratuitamente pasti, medicine e assistenza a casa. La cura del verde e la manutenzione degli spazi comuni competono, a turno, a tutti i cittadini. Il commissariato di polizia locale non esiste, perché non ci sono crimini: un risparmio di 300mila euro l'anno che aiuta altri servizi per i cittadini. Questo in base ai racconti, perché non sono disponibili dati ufficiali sulle spese pubbliche, i volumi di produzione e il numero esatto dei lavoratori. Il motto è lavorare meno, ma lavorare tutti. Per non più di trenta ore settimanali.

Tuttavia, la vittoria di due punti risicati spiega il bisogno di cambiare che ultimamente si avvertiva a Marinaleda. Dopo quattro decadi di Gordillo, nel prossimo mandato, fino al 2024, il suo regno mostrerà più di una crepa. Alcuni denunciano che è impossibile prendere la residenza, se non si è assunti dalla cooperativa a meno che paghi sottobanco: come le case vendute a prezzo di mercato agli inglesi. E ai marinaleños è chiesto di attendere. I ventenni sono molto critici, chiedono un cambio di sindaco, aiuti per mettersi in proprio, invece di andare a zappare la terra. È una piccola dittatura, manca la trasparenza nei conti pubblici. E il livello di partecipazione giovanile diminuisce ogni anno. «I giovani hanno trovato tutto pronto e non si rendono conto del sacrificio dei genitori», si è giustificato Gordillo a El País. «Vogliono solo un cellulare o una tv migliore. Anche qui il consumismo bussa insistente alle nostre porte». E se lasciasse, il nuovo sindaco vivrebbe nella sua ombra. «La diffidenza, se non l'avversione per il sindaco nasce da quarant'anni di governo: il sindaco e i consiglieri sono diventati una sorta di oligarchia, fagocitandosi i principi fondanti del progetto socialista», spiega a Il Giornale, Louis M.P, dei rivali di Avanza.

E poi c'è la questione del ricambio politico: elemento di primo piano in democrazia.

A Marinaleda non si è voluta formare una nuova classe dirigente e la sopravvivenza di questa comunità andalusa rischia così di esaurirsi col sindaco.

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