L’ultima frontiera d’Europa

L’ultima frontiera d’Europa

Ceuta (Spagna) È un enorme cartello colorato a dare il benvenuto nella piccola enclave spagnola che sorge in terra marocchina. “Bienvenidos a Ceuta”, si legge dopo aver oltrepassato i controlli alla frontiera del Tarajal. Un fazzoletto di terra, stretto tra il Marocco e il Mar Mediterraneo, che in soli 18,5 km² racchiude realtà completamente differenti tra loro. Se dal un lato il regno marocchino ha sempre reclamato il territorio, dall’altro Madrid non ha mai voluto perdere la sua cittadina autonoma che, con la gemella Melilla, porta la frontiera dell’Europa a contatto con l’Africa.

È proprio questo confine comune che preoccupa, e non poco, l’Unione europea

Lo scorso anno il Marocco è stato invaso da migliaia di migranti. Dopo che la rotta che passa per la Libia ha subito un rallentamento con le politiche del governo italiano, il regno marocchino è stato investito da un’ondata migratoria senza precedenti. Così, in poco tempo, la rotta che passa per il Paese nordafricano e la cittadina autonoma è diventata una delle principali vie di ingresso illegali nel vecchio continente. Trovarsi a Ceuta, per i migranti, vuol dire essere in Europa. E dopo qualche mese di sosta al Ceti, il Centro di accoglienza temporanea, il lascia-passare per le strutture della penisola iberica diventa automatico.

Distanziate pochi metri l’una dall’altra, due barriere altre sei metri separano la cittadina spagnola dal Marocco. Le due recinzione lunghe otto chilometri sigillano Ceuta e sono dotate di telecamere e sensori termici che rilevano la presenza di persone anche a diversi metri di distanza. “Se qualcuno si avvicina o tocca la rete, scatta subito l’allarme. Monitoriamo tutto il perimetro dalla nostra centrale operativa e siamo sempre pronti a intervenire”, spiega Alfonso Cruzado, portavoce della Guardia Civil di Ceuta. “L’unico punto di accesso alla cittadina è la frontiera del Tarajal. Da qui invece non può passare nessuno, sia che abbia il passaporto o meno”.

Emergenza migranti

Qualcuno però ce l’ha fatta. Lo scorso anno la piccola enclave è stata presa d’assalto dai migranti che volevano entrare in Spagna. A luglio, oltre 600 hanno scavalcato la doppia recinzione in quello che è stato definito come il più grande tentativo di attraversata mai registrato. “Sono passati da qui – racconta Alfonso indicando il punto violato nella recinzione -. La maggior parte di loro sono arrivati con tanta violenza. Hanno utilizzato cesoie, bastoni e smerigliatrici, con cui hanno aperto dei buchi nella rete, e si sono distribuiti nel modo migliore per entrare. Noi abbiamo provato a chiudere le aperture ma loro hanno iniziato a tirarci addosso acido ed escrementi”. Un episodio così preoccupante che ha trovato subito una dura risposta. Il governo socialista di Pedro Sanchez ha infatti respinto tutti i migranti in Marocco, rispolverando così un accordo firmato da Madrid e Rabat nel 1992 che prevede l’immediata espulsione di chi entra illegalmente in Spagna dal Marocco.

Nel 2018 il Paese ha infatti superato l’Italia per numeri di sbarchi

Per la prima volta, il governo spagnolo si è trovato ad affrontare una vera e propria emergenza migranti. Secondo i dati dell’Unhcr, l’Alto commissariato della Nazioni Unite per i rifugiati, sono arrivati in Spagna oltre 65mila migranti, di cui 58mila via mare e quasi 7mila via terra attraverso le due enclave di Ceuta e Melilla. Nello stesso anno, gli sbarchi in Grecia sono stati poco più di 32mila mentre quelli in Italia 23mila.

Una nuova barriera

Al pugno duro di Madrid è seguito un rafforzamento dei rapporti tra Spagna e Marocco, Paese che da sempre regola a suo piacimento il flusso migratorio. Così, dopo la promessa di 140 milioni di euro da parte dell’Unione europea per contrastare le immigrazioni, il Paese nordafricano ha deciso di sposare una linea dura. E accanto alle due barriere che già dividono i Paesi, ecco che in questi mesi ne sta spuntando una nuova. Dal ministero dell’Interno marocchino spiegano che il progetto per la costruzione di una nuova recinzione risale al 2016, anche se i lavori sono iniziati tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. “La vulnerabilità dei confini attira i migranti che stanno continuando ad arrivare. Quando capiranno che il confine è ermetico, non cercheranno più di entrare in Marocco”, affermano dal ministero.

Sono quindi i buoni o i cattivi rapporti tra Marocco e Spagna/Unione europea a influenzare i flussi migratori

Con le nuove politiche del regno in materia, il numero di ingressi ha subito uno stop evidente. “A settembre dello scorso anno avevamo oltre 1200 ospiti nella struttura a fronte di una capienza di 512 persone – spiega José Manuel Duran Alguacil, direttore del Ceti di Ceuta -. Ad oggi invece ci sono poco più di 350 ospiti, per la maggior parte algerini. In questo ultimo periodo, non si sono verificate entrate di massa come lo scorso anno. Gli ingressi ci sono ancora, ma sono graduali”.

In viaggio fino a Ceuta

“Sono appena arrivato dalla Guinea Conakry fino qui a Ceuta. Camminando”. Mahmoud ha lo sguardo perso e il fisico provato. Lo incontriamo di sera sul lungomare della cittadina, ai piedi della salita che porta al Ceti. “Ho attraversato il Senegal, la Mauritania e il Marocco. Da Tangeri ho impiegato quattro giorni per arrivare qui – spiega -. Ho scavalcato la barriera di notte, da solo, e sono entrato a Ceuta”. Un suo connazionale invece racconta di aver raggiunto la cittadina spagnola via mare, nuotando per aggirare la recinzione. In molti però preferiscono non ricordare quel lungo e faticoso viaggio che li ha portati in Europa.

Controlli ferrei lungo la zona perimetrale e buoni rapporti con i vicini scoraggiano gli arrivi. Ma l’immigrazione è un fenomeno in continuo mutamento e in vista dell’estate la cittadina di Ceuta rischia di vivere una nuova emergenza migranti. Sono preoccupati i residenti che si dicono sempre più intolleranti. “Qui c’è molto razzismo. La gente sente un rifiuto per le persone che scavalcano la barriera”, afferma una signora che incontriamo nella piazza principale della città. “La popolazione è un po’ razzista, sì. Sono stata per un periodo senza lavoro e nessuno mi ha aiutata, ma a loro non manca niente”, replica una ragazza. E sono in molti a dubitare dell’efficacia della politica marocchina che può cambiare in modo repentino. “Il Marocco è indecifrabile e quindi sai che è molto difficile accedere a un’informazione veritiera – spiega un passante -. Quello che è certo è che se il Marocco avesse una politica per non far passare nemmeno un migrante subsahariano, di certo non passerebbe nessuno”.