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Siria, l'altolà di Trump a Russia e Iran: "Stop ai raid su Idlib"

L'ultimatum del presidente americano su Twitter arriva dopo giorni di bombardamenti delle forze aeree siriane sulle posizioni dei qaedisti di Tahrir al Sham, nel governatorato di Idlib

Siria, l'altolà di Trump a Russia e Iran: "Stop ai raid su Idlib"

“Fermate i bombardamenti infernali su Idlib”. È l’appello del presidente americano Donald Trump, a Russia e Iran, lanciato su Twitter alla vigilia della visita di Stato di tre giorni in Gran Bretagna.

“Ho sentito che la Russia, la Siria e, in misura minore, l'Iran stanno bombardando in modo infernale la provincia di Idlib in Siria e uccidono indiscriminatamente molti civili innocenti – ha scritto il presidente americano in un post sul social network - il mondo osserva questo macello, qual è l'obiettivo, cosa cercate di ottenere?”. “Fermatevi”, è la richiesta che arriva dalla Casa Bianca.

Da settimane il governatorato del nord ovest del Paese, in mano alle milizie qaediste di Tahrir al Sham, l’ex fronte al Nusra, è nel mirino dell’esercito governativo. Nei giorni scorsi intensi raid delle forze aeree siriane avevano colpito diversi obiettivi jihadisti, tra cui un deposito di armi a Kafr Ata. Gli scontri si sono intensificati dopo la rottura del cessate il fuoco di 48 ore promosso nei giorni scorsi dall’esercito turco da parte delle milizie islamiste, che hanno assaltato la città di Huwayz.

Un’escalation di violenza che ha portato all’uccisione di centinaia di civili e alla fuga di circa 300mila persone in territorio turco. A fornire i numeri dell’esodo è l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, che in una conferenza stampa ad Istanbul ha quantificato in almeno 950 le vittime dei recenti scontri ad Idlib, dove lo scorso settembre Russia e Turchia avevano istituito un’area cuscinetto.

I gruppi jihadisti, però, si sono rifiutati di lasciare l’area, che si è trasformata di fatto nel nuovo avamposto della guerra al terrorismo dell’esercito di Bashar al Assad, appoggiato dai caccia di Mosca e dai miliziani sciiti di Hezbollah.

Un cambio di passo che potrebbe incrinare i rapporti tra Mosca ed Ankara, che ora teme anche l’arrivo di una nuova ondata di profughi.

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