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Caso Palamara, 2 giudici si sospendono dal Csm: "È la caccia alle streghe"

Sale a 5 il numero dei consiglieri del Csm che si sono autosospesi, dopo lo scoppio del caso Palamara

Caso Palamara, 2 giudici si sospendono dal Csm: "È la caccia alle streghe"

Si allargano gli effetti della bufera che ha colpito la magistratura, a seguito del caso Palamara. Oggi, altri due giudici si sono autosospesi dal Csm. Si tratta di Gianluigi Morlini, di Unicost e presidente della V commissione, per la decisione degli incarichi direttivi, e di Paolo Criscuoli, di Magistratura indipendente e componente della I e della VI commissione.

Sembra che entrambi abbiano partecipato agli incontri a Roma per decidere le nomine per il procuratore di Roma. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la discussione avrebbe determinato la scelta di altri magistrati, per almeno 5 procure in tutta Italia.

Nell'annunciare la sua sospensione e dichiarandosi estraneo ai fatti di cui è sospettato, Criscuoli ha fatto sapere che "è in corso una campagna di stampa che sovrappone indebitamente i piani di una indagine penale relativa a fatti rispetto ai quali sono del tutto estraneo con l’attuale attività svolta presso il Csm". A detta del magistrato, si respira un "clima di caccia alle streghe", che "ha offuscato e rischia di compromettere ulteriormente l'immagine e la percezione che dell'organo di governo autonomo della Magistratura hanno i cittadini". Il clima pesante, inoltre, non permette al magistrato di partecipare adeguatamente alle attività del Csm, "fino a quando non sarà ribadito e chiarito, anche dagli organi competenti, la piena correttezza del mio operato".

Con le due autospensioni di oggi, il numero dei consiglieri che hanno deciso di ritarsi dal Csm sale a 5: oltre a Luca Palamara, si sono dimessi Luigi Spina, indagato perfavoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio nei confronti di Palamara, Corrado cantoni e Antonio Lepre. Oggi, i pm indagati sono stati sentiti in procura a Perugia, ma gli interrogatori sono protetti dal più stretto riserbo.

Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepresidente del Csm, Davide Ermini, che ha evidenziato come la magistratura abbia il compito di difendere i valori costituzionali. Ma, aggiunge, "nulla di tutto ciò io vedo nelle degenerazioni correntizie, nei giochi di potere e nei traffici venali di cui purtroppo evidente traccia è nelle cronache di questi giorni. E dico che nulla di tutto ciò dovrà in futuro macchiare l'operato del Consiglio Superiore".

Nel corso del plenum straordinario, convocato dopo la notizia dell'inchiesta che coinvolge Palamara e altri magistrati, Ermini ha affermato anche che "il Csm e la magistratura hanno al loro interno gli anticorpi necessari per poter riaffermare la propria legittimazione agli occhi di quei cittadini nel cui nome sono pronunciate le sentenze".

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