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M5s, Casalino e lo staff della comunicazione nel mirino

Dopo il flop alle europee, il potentissimo staff della comunicazione del Movimento finisce sul banco degli imputati

M5s, Casalino e lo staff della comunicazione nel mirino

Chi pagherà – al posto di Di Maio – il flop del Movimento alle europee? Ad un anno esatto dalle elezioni che lo hanno portato al governo, il partito dei grillini ha bruciato la metà dei consensi. Tradotto in numeri: più di sei milioni di voti in meno. Chi non si è rifugiato nell’astensione, ha finto col preferire, alla copia sbiadita, l’originale, lasciando Di Maio per Salvini. Una minoranza invece è tornata alla casa democratica. Un vero e proprio fuggi fuggi che ha riacceso dispute tra correnti e malumori.

Eppure, dopo esser brevemente apparso sul banco degli imputati, il leader (riconfermato dalla rete) è stato graziato. Sembra quindi che il vero segnale di discontinuità giungerà dallo staff della comunicazione. A partire proprio dal plenipotenziario della comunicazione pentastellata, nonché portavoce del premier Conte, Rocco Casalino. Il presupposto del ragionamento, ovviamente, è il primato della comunicazione sulla politica, che è sempre stato la cifra distintiva dei grillini. Da qui la logica deduzione che, prima dei big del Movimento, derubricati a maschere, dovranno rispondere della debacle i loro burattinai.

Concetto espresso a La Repubblica da un portavoce di un membro dei governo: "Negli altri partiti di solito i comunicatori ricevono delle direttive politiche dai vertici politici, da noi è il contrario: è la comunicazione che detta la linea e gli eletti eseguono". Nel mirino non c'è solo il vip Casalino, ma anche l’uomo di fiducia di Casaleggio figlio, Pietro Dettori, ed Augusto Rubei, giornalista e portavoce del ministro Trenta. È stato soprattutto quest’ultimo a suggerire a Di Maio di andare allo scontro frontale con l’alleato per drenare i consensi perduti.

Una strategia che non ha pagato. E allora, d’ora in poi, altolà alle invasioni di campo tra portavoce. Dopodiché, la riorganizzazione del Movimento farà il resto, e al timone del dipartimento comunicazione sembra candidato ad arrivare un politico.

Una rivoluzione epocale, che dovrebbe ridimensionare lo strapotere dei comunicatori.

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