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Protestano anche le forze dell'ordine: da questo governo finora solo promesse

Il sito del Silp Cgil lancia il "contatore": da 155 giorni siamo senza contratto

Protestano anche le forze dell'ordine: da questo governo finora solo promesse

Non solo il pubblico impiego, ma anche le divise protestano. Hai voglia ad indossare il giaccone della polizia, Matteo Salvini non è ben visto dalle forze dell'ordine. Tutta fuffa la sua, nulla di concreto. Inutile farsi gli spot elettorali con le giacche dei tutori dell'ordine, se poi non si fa nulla per tutelarli. Inaccettabile che ancora questo governo non abbia preso a cuore il loro contratto di lavoro, fermo da oltre 5 mesi. Il governo ama la polizia, o fa finta di amarla, ma la polizia non pare amare più questo governo.

Da una parte i politici si riempiono la bocca dicendo che i poliziotti guadagnano troppo poco per il lavoro che fanno, dall'altra non si fa nulla per migliorare le loro condizioni professionali. Solo tanti slogan, usati ogni volta come spot elettorali e poi nulla di concreto. Promesse, promesse e solo promesse da parte dei gialloverdi. Soprattutto verdi che gialli.

E così Silp Cgil lancia sul proprio sito una provocazione: un contatore per ricordare da quanti giorni i poliziotti sono senza contratto di lavoro e ricevono solo «promesse, a parole, di maggiore dignità e tutele». Ad oggi sono 155 i giorni di «inerzia del governo nei confronti dei lavoratori in divisa». Il contatore è un monito del sindacato di polizia nei confronti del governo, Salvini in primis. «Poliziotti, penitenziari, carabinieri, finanzieri e militari sono da 155 giorni senza contratto di lavoro. Abbiamo deciso di ricordare ogni giorno al governo questa situazione inaccettabile con un contatore pubblicato nella home page del nostro sito che ogni giorno si aggiornerà e accompagnerà il nostro percorso mobilitazione», ha affermato Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil.

«Chi oggi ha la responsabilità politica di governare questo Paese - dice Tissone - promette, a parole, maggiore dignità e tutele per i poliziotti dimenticandosi di convocare i tavoli per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto a dicembre e, soprattutto, non apposta risorse adeguate nella legge di stabilita né, tanto meno, nuove indispensabili risorse per i correttivi del riordino delle carriere».

Tissone ricorda che «ad aprile siamo scesi in piazza per protestare contro questa inerzia del governo al quale non sembrano interessare neppure la coda contrattuale e la parte normativa relative al vecchio accordo di lavoro, risalenti a più di un anno fa e mai chiuse. Un'inerzia - continua il segretario di Silp Cgil - che diventa un paradosso inaccettabile per un esecutivo che dice di stare dalla parte dei poliziotti e poi mortifica ogni giorno, come da oggi ricorda pure il nostro contatore, le lavoratrici e i lavoratori del comparto sicurezza i quali svolgono un'opera preziosa a tutela della comunità e delle istituzioni».

Quegli stessi poliziotti che fanno da scorta a Salvini, quegli stessi finanzieri che vengono usati per respingere gli sbarchi che lui non vuole, quegli stessi carabinieri che sedano le proteste contro il vicepremier.

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