Salute

Tumore al seno, un nuovo farmaco italiano può sconfiggerlo

Si stima che circa una donna su dieci venga colpita da quella che è la neoplasia più frequente del sesso femminile

Tumore al seno, un nuovo farmaco italiano può sconfiggerlo

È la neoplasia più frequente del sesso femminile e si stima che circa una donna su dieci ne venga colpita nel corso della vita. Purtroppo non sono ancora del tutto note le cause del tumore al seno, vengono tuttavia associati alla malattia alcuni fattori di rischio. Innanzitutto l'età. La maggior parte dei casi, infatti, viene diagnosticata in soggetti ultra cinquantenni. Costituiscono poi campanelli d'allarme la prima gravidanza dopo i 30 anni, il menarca prima dei 12 anni, la nulliparità, la familiarità e la menopausa dopo i 50 anni. Diversi studi hanno inoltre dimostrato una connessione tra il cancro alla mammella e un uso eccessivo di estrogeni. Nonostante l'obiettivo fondamentale resti quello di giungere ad una diagnosi prima della comparsa dei sintomi, è necessario osservare periodicamente il seno per scorgere eventuali anomalie. La manifestazione più comune della neoplasia è la presenza di un nodulo di consistenza dura ben riconoscibile alla palpazione. Da non sottovalutare anche le perdite da un capezzolo, una sua inversione, la desquamazione della pelle circostante e cambiamenti di forma della mammella.

Una speranza per le pazienti giovani con carcinoma avanzato o metastatico, giunge ora da un nuovo farmaco che, se associato alle terapie standard, permettette di sconfiggere la malattia. I benefici della molecola Ribociclib scoperta dai ricercatori dell'Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli, sono stati elencati nello studio MONALEESA-7 e pubblicati sul New England Journal of Medicine. L'esperimento della durata di tre anni ha coinvolto 672 donne. Dopo 42 mesi di trattamento il tasso di sopravvivenza era del 70% per i soggetti trattati con il farmaco più la terapia standard e del 46% per quelli che avevano ricevuto solo la normale terapia.

Il lavoro della molecola consiste dunque nell'inibire l'attività di alcuni enzimi che favoriscono la proliferazione delle cellule tumorali, portando così a una riduzione del rischio di morte del 30%.

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