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La battaglia sulle sanzioni Ue: la mappa di "amici" e "nemici"

L'Ue chiede ancora un manovra bis a Tria. Decisivo il vertice Ecofin del prossimo 9 luglio. Ecco cosa può succedere

La battaglia sulle sanzioni Ue: la mappa di "amici" e "nemici"

La procedura d'infrazione contro l'Italia varata dalla Commissione Ue arriva al terzo step. Quello decisivo: l'Ecofin del prossimo 9 luglio. Sarà quella la data in cui potrebbe essere ufficilizzata la sanzione di Bruxelles contro il nostro Paese. Dopo le minacce da parte delle Commissione e il via libera da parte dei tecnici di Bruxelles, arriva il passo decisivo: il dossier Italia sarà sul tavolo dell'Ecofin. In quel vertice Tria potrà rendersi conto quali sono i Paesi che sceglieranno di condannare l'Italia e quelli che invece sceglieranno di salvarla. Fino a un giorno prima, fino all'8 luglio, andranno avanti trattive e negoziati per evitare che l'Ecofin possa trasformarsi in un processo con sentenza già scritta sull'Italia. Tria ha incontrato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Il colloquio si è chiuso con una doccia fredda per l'Italia. L'Ue infatti ha chiesto aggiustamenti sia per quanto riguarda il 2019 che per il 2020 e sostanzialmente ha confermato lo scenario di una manovra bis. Tria oggi incontrerà un altro falco, il Commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovici.

In questo scenario potrebbe anche esserci un vertice nei prossimi giorni tra Conte e Macron. Nella partita sulla prcoedura d'infrazione, Parigi e Berlino giocano un ruolo importnate. La Francia ha ottenuto flessibilità e dunque potrebbe non andare al muro contro muro con l'Italia. La Merkel non ha intenzione, nemmeno lei, di attaccare Roma. Eventuali tensioni tra Italia e Germania, come ricorda ilSole24 Ore, potrebbero fare impennare ulteriormente lo spread e dunque dare il via ad un effetto contagio sui mercati. Un ruolo di mediatore è stato affidato al al presidente dell'Europgruppo, Mario Centeno. Sarebbe lui in questo momento l'uomo della trattativa che potrebbe scongiurare la procedura chiesta dalla Commissione. A favore di un accordo con Roma c'è anche il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Sholz. Segnali di apertura sarebbero arrivati dalla Spagna, dal Belgio e dal Portogallo. Poi c'è il fronte dei duri e puri composto dall'Olanda, dalla Finlandia, dall'Austria e dall'Irlanda. La stessa Olanda ha proposto una Nuova lega anseatica, una sorta di patto con Danimarca, Finlandia, Svezia, Baltici e Irlanda per difendere in modo più chiaro gli interessi degli stati membri. Un segnale per gli altri Paesi europei che invece chiedono flessibilità contando sull'appoggio di tutti gli Stati Ue. La partita resta apertissima. Moscovici comunque incalza ancora il governo: "Vogliamo evitare una procedura per debito, credo che i ministri ci sosterranno in questa fase, aspettiamo fatti, cifre, dati per il 2019 e 2020, le intenzioni non bastano, un sentiero chiaro è necessario, una procedura è ancora evitabile".

Il tempo stringe e la congiura dell'Ecofin potrebbe mettere definitivamente il governo con le spalle al muro.

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