Caso toghe, Lotti si autosospende dal Pd: "Sono molto amareggiato"
14 Giugno 2019 - 16:10L'ex ministro coinvolto nel "caso procure" scrive a Zingaretti: "Non partecipo al festival dell'ipocrisia. Sono uomo di squadra"
Luca Lotti ha deciso di autosospendersi dal Pd. Il suo nome legato al caos delle procure che ha investito una parte del mondo della magistratura e il Csm, ha sollevato qualche tensione all'interno del Pd. E così Lotti ha deciso di autosospendersi dal Partito democratico. E lo ha fatto comunicando al sua decisione al segretario Nicola Zingaretti su Facebook: "Ti comunico la mia autosospensione dal Pd fino a quando questa vicenda non sarà chiarita. Lo faccio non perchè qualche moralista senza morale oggi ha chiesto un mio passo indietro. No. Lo faccio per il rispetto e l’affetto che provo verso gli iscritti del Pd, cui voglio bene e perchè voglio dimostrare loro di non avere niente da nascondere e nessuna paura di attendere la verità". La sua autosospensione era stata chiesta già da alcuni dirigenti dem. Lotti poi si difende: "La verità è una sola e l’ho spiegata ieri: non ho fatto pressioni, non ho influito nel mio processo, non ho realizzato dossier contro i magistrati, non ho il potere di nominare alcun magistrato. Chi dice il contrario mente". E ancora: "Quanti miei colleghi, durante l’azione del nostro Governo e dopo, si sono occupati delle carriere dei magistrati? Davvero si vuol far credere che la nomina dei capiufficio dipenda da un parlamentare semplice e non da un complicato quanto discutibile gioco di correnti della magistratura? Davvero si vuol far credere che la soluzione a migliaia di nomine sia presa nel dopo cena di una serata di maggio? Davvero si vuol prendere a schiaffi la realtà in nome dell’ideologia, dell’invidia, dell’ipocrisia? - aggiunge - Ti auguro buon lavoro, caro Segretario. E spero che - anche grazie al mio gesto - il Pd sia in grado di fare una discussione vera e onesta. Io sono innocente. E spero di cuore che lo sia anche chi mi accusa di tutto, senza conoscere niente".
Infine l'affondo sui dirigenti dem: "Apprendo oggi dai quotidiani che la mia vicenda imbarazzerebbe i vertici del PD. Il responsabile legale del partito mi chiede esplicitamente di andarmene per aver incontrato alcuni magistrati e fa quasi sorridere che tale richiesta arrivi da un senatore di lungo corso già coinvolto - a cominciare da una celebre seduta spiritica - in pagine buie della storia istituzionale del nostro Paese". Insomma nel Pd si apre uno scontro ai piani alti che potrebbe avere conseguenze anche sul partito.
E lo scontro tra l'ala vicina al nuovo segretario e i renziani potrebbe durare a lungo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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