Cultura e Spettacoli

Se l'uomo adesso tira fuori l'animalier che c'è in lui

Msgm festeggia 10 anni di successi, Giorgetti fa sfilare stampe poetiche. E la moda cerca la sua anima green

Firenze - L'industria della moda vale globalmente 1.3 trilioni di dollari e impiega 300 milioni di persone nel mondo tra cui molti bambini e tantissimi schiavi. A questo dovremmo pensare quando compriamo una maglietta o un paio di pantaloni che costano meno di un panino. In quello stesso momento dovremmo anche pensare che il settore tessile è il più inquinante dopo quello petrolifero. È infatti responsabile del 20% degli sprechi d'acqua sul pianeta e del 10 % di emissioni di anidride carbonica oltre a produrre più gas serra di tutti gli spostamenti aerei e navali del mondo. Insomma vestirsi è un problema ambientale uno dei primi a preoccuparse è Massimo Giorgetti, Deus ex machina di MSGM, marchio che ieri ha festeggiato 10 anni di moda e di successi con una fantastica sfilata al Mandela Forum di Firenze. Un esercito di bei ragazzi ha simpaticamente marciato attorno alla perfetta riproduzione in ologramma e led di una piscina con le classiche scarpe Sebago però personalizzate da illustrazioni e graffiti. Ai più colti tra i presenti veniva in mente Portrait of an artist (pool with two figures), il celebre dipinto di David Hockney ispirato da una serie di fotografie scattate dall'artista intorno a una piscina nel Sud della Francia. Tutti gli altri pensavano all'acqua, fonte di vita, ristoro ed energia, ma anche dei momenti più felici dell'estate, quando ci tuffiamo nell'abbraccio rinfrescante del prezioso elemento. Il riminese Giorgetti che scrive sulle magliette «Non porteranno mai via l'estate da me», celebra la gioia di questi momenti estivi con meravigliosi pullover color piscina con tutte le sfumature della profondità date dalla tintura tie an die. Poi ci sono le stampe, una più bella dell'altra: dal camouflage di papaveri sul completo cachi a quello ottenuto con un poetico assemblaggio di disegni animalier su infinite gradazioni di colori. Il tutto con un serio percorso di sostenibilità produttiva per cui felpe e T shirt sono tinte secondo i più rigorosi metodi ecologici e ogni tipo di spreco viene espressamente vietato. Dire bravo stavolta è poco. Bravissimo anche Claudio Marenzi che ha perfino creato una nuova etichetta, Herno Globe, con cui individua prodotti eco sostenibili come le fantastiche giacche in tessuto composto per l'84% da nylon riciclato tinto con componenti al 50% di origine vegetale: cipolla, uva, carbone di bamboo, olive e foglie di indaco. Basterebbe questo per spiegare il pienone negli stand di Herno e Herno Laminar, la linea di capi termosaldati e con speciali spalmature che rendono lana, lino e qualsiasi altro tessuto naturale impermeabile, antivento, in una parola tecnico. Schneiders Salzburg, storico marchio austriaco di loden, introduce nella moda un principio tipico della termodinamica: la coibentazione, ovvero la tecnica per isolare due sistemi che hanno diverse condizioni ambientali. Nasce così Emergency Coat, un giaccone in microfibra con interno riflettente termico leggerissimo e capace di trattenere il calore corporeo quando fa freddo e favorire la traspirazione in caso di caldo. Se si pensa che il cosiddetto fast fashion produce 52 microstagioni all'anno si capisce quanto sia utile un capo del genere. Utilissime anche le Travel Shirt di Xacus che si stirano con la temperatura corporea e ora sono in un magnifico cotone egiziano rigorosamente sostenibile. «Costa un po' di più ma ne vale la pena» dice Paolo Xoccato, anima e mentore di questa bella azienda veneta cui si devono le più belle camicie di Pitti. A Gas si deve un progetto di jeans e T shirt etiche al 100% che ha ottenuto il brevetto di Greenpeace perchè il denim viene perfino trattato con l'ozzono e tinto con l'indaco per risparmiare fino all'80 per cento di acqua. Anche dietro a Berwitch, marchio pugliese di pantaloni, c'è una vera e propria cultura dell'impatto zero o come minimo limitato: dall'energia solare in azienda ai niente agenti chimici nelle tinture fino ai bottoni in carta e plastica riciclata. I fratelli Umberto e Alessandro Vendramin che insieme hanno fondato il brand Nine in the morning lanciano Natural Nine, l'etichetta di calzoni con certificazione BCI (Better cotton Iniziative), tinture naturali ed etichetta piantabile perchè contiene semi di basilico e rosmarino. Poi c'è Chimborazo, il marchio dei più bei costumi da bagno in plastica con stampe di animali in via d'estinzione. Infine, ma forse per primo e di certo con i risultati più interessanti, abbiamo Ecoalf, brand spagnolo specializzato nel costruire moda riciclando la plastica che sta uccidendo i mari.

Il loro mantra? Perchè non abbiamo un pianeta di riserva.

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