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Il piano di Lotti-Palamara: "Così chiudiamo Consip"

Nelle intercettazioni della guardia di finanza emerge il piano segreto tra Palamara e Lotti, per archiviare il caso Consip

Il piano di Lotti-Palamara: "Così chiudiamo Consip"

"Se io vado a fare l’aggiunto gli dico al mio procuratore Viola che si consulta con me... si chiude, fine, basta". Così Luca Palamara spiegava a Luca Lotti, parlamentare Pd, il suo piano per archiviare il caso Consip. La soluzione prevedeva di orientare le nomine del Consiglio superiore della magistratura, per mettere ai vertici della procura di Roma e, a fiume, di Firenze, Torino, Brescia, Salerno, persone "fidate", così da poter pilotare le indagini che li riguardavano.

È la notte tra l'8 e il 9 maggio scorso, quando la guardia di finanza intercetta le conversazioni di una riunione convocata in un hotel romano, per pianificare il voto sul procuratore di Roma. Attorno al tavolo ci sono Luca Palamara, Cosimo Ferri, e i consiglieri Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini, Luigi Spina e Luca Lotti. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni riportate dal Corriere della Sera, quella notte si ribadisce la necessità di far eleggere Marcello Viola come procuratore di Roma, escludendo Francesco Lo Voi.

Nel corso dell'incontro, Lotti si spaccia come l'interlocutore del Quirinale: "Sono andato da Mattarella e ho detto 'Presidente, la situazione è questa' e gli ho rappresentato quello che voi mi avete detto, cioè Lo Voi", dice il parlamentare Pd. Sostiene, inoltre, di aver saputo che Giuseppe Pignatone, ex procuratore di Roma, che deve essere appunto sostituito con una nuova nomina, non andrà al Quirinale, smentendo le voci secondo cui Pignatone avrebbe lavorato con Mattarella: "Sarebbe dovuto andare al posto di Lupo". Ernesto Lupo era il consigliere giuridico di Mattarella, già sostituito da Stefano Erbani. Il Colle aveva già diramato una nota, per smentire qualsiasi tipo di incontro con Luca Lotti, che millantava di avere rapporti con Mattarella.

Durante la riunione si parla anche del caso Consip: per archiviarlo basta far nominare Viola come procuratore di Roma e Palamara, uno dei nuovi procuratori aggiunti, avrebbe fatto pressioni per fargli chiudere il caso in cui Lotti è imputato. Poi, dopo l'incontro, Palamara e Lotti restano soli e l'ex ministro renziano si sfoga con il magistrato: "La storia vera è che Ielo ha detto a Pignatone... tu lasciami stare su questa roba, io ti mando avanti Consip", dice riferendosi alla denuncia del pm Stefano Fava sulle presunte incompatibilità del procuratore aggiunto Paolo Ielo. "È stato uno scambio sulla nostra pelle Luca", ribatte Palamara, aggiungendo che "a te t’hanno ammazzato sulla vicenda Consip... a me sai benissimo quello che ho sofferto con questa cosa... Nel mio m’hanno ammazzato... terribile... non so come ho fatto a rimané in piedi".

Infine, Palamara spiega chiaramente il suo piano per chiudere Consip: "Supponiamo che c’è Viola, e c’è Luca Palamara lì, che cosa dico: crediamo a Scafarto o non gli crediamo, basta... Se io vado a fare l’aggiunto questo gli dico al mio procuratore Viola che si consulta con me... gli vogliamo credere rompiamogli il culo... non gli vogliamo credere si chiude, fine, basta... Troppe cose anomale".

Così era stata tessuta la trama per nominare Viola come procuratore e mettere una pietra sopra il caso Consip.

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