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Il moralista vicino ai 5 Stelle che al Cnr si fa il bando ad hoc

Mocella ha scelto i criteri del concorso al quale partecipa. Ma si scandalizza per i fondi pubblici versati ai privati

Il moralista vicino ai 5 Stelle che al Cnr si fa il bando ad hoc

Giulio Andreotti diceva: «Io distinguerei le persone morali dai moralisti, perché molti di coloro che parlano di etica, a forza di discuterne non hanno poi il tempo di praticarla». E il più delle volte è proprio così. Ogni ambiente ha i suoi moralisti, la politica detiene il record, ma anche altri settori non sono da meno. Qui ci troviamo nell'ambito della ricerca. Il moralista di turno è Vito Mocella (nel tondo), ricercatore dell'istituto di microelettronica e microsistemi di Napoli, dal 2015 membro del cda del Cnr, non nominato dal ministro della ricerca come gli altri 5, ma eletto dagli 8.200 dipendenti del massimo organo scientifico nazionale.

Ebbene Mocella, in recenti articoli di stampa, indossa la maschera del Robin Hood della ricerca, scoccando le sue frecce contro chi ha ridotto «il Cnr a notaio del Lazio per far arrivare soldi ai privati». Mocella ce l'ha con Nicola Zingaretti, oggi leader del Pd, che, da presidente della Regione Lazio, il 9 giugno 2014 firmò un protocollo d'intesa con l'allora presidente del Cnr Luigi Nicolais, per avviare un programma di ricerca nel Lazio nell'ambito della biochimica. Zingaretti nominò una cabina di regia per individuare i progetti ai quali assegnare fondi pubblici per 60 milioni di euro, senza bando. Lo staff di Zingaretti spiegò che un bando pubblico non serviva: bastava il protocollo d'intesa con il Cnr. Ma Mocella, rigido censore, a conoscenza di tutto dal 2015, tira fuori questa storia solo adesso, e non rivolgendosi alla procura della Repubblica di Roma come sarebbe stato giusto fare per un caso, secondo lui, di tale entità, ma al Fatto quotidiano. «Ritengo illegittima l'intera procedura: il Cnr ha agito come un notaio rispetto ad una assegnazione diretta di fondi da parte della Regione nei confronti di aziende private», dice. Senza specificare che la legge prevede che la ricerca scientifica non sia assoggettata all'evidenza pubblica e che Zingaretti ha più che pubblicizzato quella convenzione, facendoci addirittura una conferenza stampa. E senza precisare che di quei 60 milioni di fondi, solo 6 sono regionali, gli altri sono dilazionati in 8 anni per il finanziamento di due progetti del Miur. Ma Mocella bacchetta pure il Miur: «Il ministero dovrebbe preoccuparsi delle spese correnti del Cnr, già in grave difficoltà, prima di finanziare progetti terzi».

Infine un'opera di auto compiacimento, molto in voga tra i moralisti: «Prima della mia elezione non c'era l'abitudine a discutere le scelte che arrivano dai soggetti politici e dai vertici del Cnr». Sottintendendo: da oggi c'è un nuovo sceriffo in città, state in guardia. Peccato che in molti, diano Mocella vicino al senatore M5s Nicola Morra, che infatti ha mosso anche un'interrogazione parlamentare a supporto delle sue campagne stampa.

Ma come dice Roberto Gervaso, «molti moralisti non sono che peccatori senza occasioni». E Mocella qualche peccatuccio lo nasconde. Appena eletto nel cda del Cnr, nel 2015, riceve la comunicazione di una promozione da ricercatore, a I ricercatore, con decorrenza economica e giuridica dal 2010 (cinque anni di arretrati). Oggi, in prossimità della scadenza del suo mandato nel cda si candida a dirigere una struttura del Cnr attraverso un concorso per titoli. Lui che è solito sollevare anomalie, non ha notato però l'anomalia del fatto che, da consigliere di amministrazione, il 19 maggio 2016, lui stesso prese parte alla stesura dei criteri generali anche per quel bando da dirigente, al quale oggi partecipa. Non solo ha assistito alla discussione di quella delibera ma l'ha addirittura votata. Poi però dà lezioni di moralità agli altri, puntando il dito sui consiglieri nominati dalla politica e sui soldi alle aziende di ricerca private.

Tutta la vicenda è oggi all'attenzione della procura della Repubblica di Roma alla quale già il 23 agosto 2018 era stata presentata una denuncia e, pochi giorni fa, un addendum.

Sarà mica che Mocella abbia tirato fuori questa storia di Zingaretti, con tre anni di ritardo, per fare campagna elettorale visto che a settembre scade il suo mandato nel cda? Non sappiamo quanto sarà fruttuosa la sua crociata per il lavoro dei suoi colleghi ricercatori, di sicuro però lo è stata per la sua carriera personale.

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