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Soros contro Merkel: boccia Weber e Weidmann

George Soros detta la linea all'Ue e propone di riformare il sistema dello Spitzenkandidat. Il finanziere boccia inoltre la candidatura del "falco" tedesco Jens Weidmann alla guida della Bce: "Candidato tutt'altro che ideale"

Soros contro Merkel: boccia Weber e Weidmann

George Soros è più attivo che mai. Mentre l'Open Society Foundations celebra il suo fondatore per i 30 anni di "attività filantropica", il finanziere ha deciso di contrastare l’ascesa dei sovranisti nella Germania orientale e di supportare i candidati liberal nelle primarie democratiche della Virginia, negli Stati Uniti, sborsando centinaia di migliaia di dollari. In Italia, il magnate di origini ungheresi è tornato a farsi sentire con un articolo pubblicato su IlSole24Ore il 22 giugno.

Nel mirino di Soros c’è il processo dello Spitzenkandidat: com’è noto, in base a tale meccanismo, la presidenza della Commissione Europea viene assegnata al candidato principale del partito politico europeo che ha ottenuto il maggior numero di seggi al Parlamento Ue.
"Le elezioni del Parlamento europeo del mese scorso - osserva George Soros - hanno prodotto risultati migliori di quanto si pensasse, e questo per una semplice ragione: la maggioranza silenziosa favorevole all’Europa ha fatto sentire la propria voce, esprimendo la volontà di preservare i valori su cui è fondata l’Unione europea, ma altresì invocando un cambiamento radicale nel modo in cui essa funziona". La preoccupazione principale di questi elettori, secondo il fondatore dell’Open Society Foundations, "è il cambiamento climatico".

Uno degli istituti che va cambiato, afferma Soros, "è il sistema dello Spitzenkandidat, letteralmente ‘candidato-guida’, che dovrebbe consentire una forma di selezione indiretta della leadership europea". In realtà, osserva, "tale meccanismo è persino peggiore della totale assenza di selezione democratica. Ogni stato membro ha dei partiti politici veri e propri, ma la loro combinazione a livello transeuropeo dà luogo a costrutti artificiali che servono soltanto a promuovere le ambizioni personali dei loro leader. Questo si evince soprattutto nel Partito popolare europeo (Ppe), che detiene la presidenza della Commissione dal 2004".

Soros attacca Manfred Weber, il candidato di Angela Merkel, il quale "sembra disposto ad accettare praticamente qualunque compromesso pur di restare nella maggioranza parlamentare", incluso "accogliere le posizioni di Viktor Orbàn, l’autocratico primo ministro ungherese" e nemico giurato del finanziere liberal; il magnate accusa inoltre Fidesz, il partito del premier magiaro, di non aver rispettato l’impegno, preso con il Ppe, di consentire all’Università "da me fondata di esercitare liberamente la propria attività". Nonostante questo, afferma, "il Ppe ha deciso di non espellerlo, bensì di sospenderlo soltanto". Orbàn, ammonisce George Soros, "sta cercando di riabilitare l’immagine di Fidesz quale membro del Ppe". Quanto allo Spitzenkandidat, osserva che, non essendo basato su un accordo intergovernativo, "si potrebbe facilmente modificare". Sarebbe molto meglio, sottolinea, "se il presidente della Commissione europea fosse scelto direttamente tra una rosa di candidati qualificati selezionati con cura" anche se ciò richiederebbe una modifica dei trattati.

Il magnate dispensa consigli e detta l’agenda all'Ue anche sull’elezione del Presidente del Consiglio europeo che "potrebbe continuare a essere eletto da una maggioranza qualificata di stati membri, come previsto dal trattato di Lisbona". Lo speculatore boccia inoltre la candidatura di Jens Weidmann alla guida della Bce: "La Germania è il principale sostenitore del sistema dello Spitzenkandidat, e se Weber sarà sconfitto, essa spingerà affinché Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, sia eletto alla presidenza della Bce. Sarebbe un candidato tutt’altro che ideale, avendo testimoniato davanti alla Corte costituzionale federale tedesca contro la Bce in una causa volta a invalidare il cosiddetto programma di transazioni monetarie dirette della banca".

Nel frattempo, l’88enne nato a Budapest ma naturalizzato americano, si racconta sul sito dell’Open Society Foundations: ”Il mio successo nei mercati finanziari mi ha dato un grado di indipendenza maggiore rispetto alla maggior parte degli altri". Quell’indipendenza, scrive l’Osf, che "gli ha permesso di forgiare il suo percorso verso un mondo più aperto, più giusto e più equo per tutti”.

Una vocazione "missionaria", quella di George Soros, che ora detta il nuovo organigramma dell'Ue ai leader e partiti europeisti, con l'obiettivo dichiariato di arginare l'ascesa dei sovranisti.

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