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Il tacco di Lautaro, il canto di Messi L'Argentina può rifare davvero la storia

L'interista sblocca, la «Pulce» riscopre l'inno: in semifinale avrà il Brasile

Il tacco di Lautaro, il canto di Messi L'Argentina può rifare davvero la storia

Insieme al gol di tacco di Lautaro Martinez, è l'immagine simbolo del ritorno, stavolta con il lieto fine, dell'Argentina al Maracanà. E forse della rivoluzione che l'Albiceleste è pronta a fare dopo 26 anni di digiuno di vittorie. «Sean eternos los laureles...» (gli allori sono eterni), sono le prime parole dell'inno argentino e stavolta le canta pure Leo Messi. Anche per questo è molto diversa la serata della Seleccion nel tempio del calcio brasiliano cinque anni dopo il ko nella finale del Mondiale con la Germania. La «Pulce», spesso criticato in patria per il suo silenzio sulle note dell'«Himno Nacional», ha cambiato atteggiamento in questa coppa America. Che dovrà rappresentare la rivincita sua e della Nazionale: mai un trofeo per Leo con l'Argentina, che ha conquistato l'ultimo trionfo proprio in questa competizione nel 1993.

«L'inno lo sento dentro, non è obbligatorio cantarlo, a me emoziona ascoltarlo. Ormai lo faccio di proposito perché queste critiche sono sciocchezze», aveva sempre detto Messi. Da venerdì ha rotto il suo silenzio nel momento più appassionato di una Nazione intera. «Avevo voglia e l'ho cantato», così l'asso del Barcellona dopo la vittoria sul Venezuela. «O juremos con gloria morir!», il grido ripetuto tre volte alla fine dell'inno anche dalla «Pulce». Un'inversione di tendenza che ha sorpreso i tifosi, scatenati sui social. I segnali c'erano già stati nella precedente partita contro il Qatar, in cui il piccolo Tomás Chávez, il bambino entrato in campo con lui, aveva giurato di averlo sentito canticchiare la melodia.

Stavolta per l'Argentina il Maracanà non è maledetto come nel 2014. E nonostante l'inno cantato, non è la miglior serata di Messi, ma ancora quella dell'interista Lautaro Martinez, che ha già oscurato Icardi in nerazzurro: contro il Venezuela segna subito un bellissimo gol di tacco per celebrare quello che è il suo momento d'oro con la Seleccion (6 reti in 10 partite). Un gol che è anche la scossa emotiva di una squadra che partita dopo partita sta crescendo, dopo aver dimenticato con fatica la sconfitta dell'esordio con la Colombia.

Ora però nella notte tra martedì e mercoledì avrà il Brasile come avversario in semifinale al Minerao (lo stadio da incubo per la Seleçao). Un «Superclasico» che, al di fuori di amichevoli e qualificazioni mondiali, manca addirittura dalla finale del 2007.

La prima di sempre persa da Messi con l'Albiceleste, nazionale che non batte i rivali di sempre in casa loro dal 1998.

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