Valore militare e valore simbolico: comunque la si veda, in questa guerra per la conquista di Tripoli la cittadina di Gharyan, a circa 120 km a sud della capitale, ha un’importanza strategica non indifferente. Da qui, lo scorso 4 aprile, inizia l’offensiva di Haftar ed è la presa di questa località che crea una testa di ponte per l’esercito del generale della Cirenaica verso Tripoli. La riconquista di Gharyan ad opera delle forze di Al Sarraj, avvenuta nei giorni scorsi, per Haftar e il suo Libyan National Army (Lna) è un duro colpo.

La controffensiva vincente di Al Sarraj

Lo scorso 4 aprile l’intero nord Africa e non solo guarda con grande interesse a quanto accade a Tripoli. Si diffondono notizie e video che confermano un’avanzata di Haftar a Gharyan e dunque la guerra entra nel cuore della Tripolitania. Si ha la sensazione che, da lì a breve, l’Lna sia in procinto di conquistare la capitale libica e in medio oriente ci si prepara a giornate di grande tensione.

Poi però, la guerra si arena: Haftar non ha l’appoggio sperato da parte delle tribù della Tripolitania, le milizie che sostengono Al Sarraj a Tripoli rafforzano i loro legami in funzione anti Lna, da Misurata accorrono nella capitale i gruppi più armati e meglio equipaggiati. Scatta l’operazione “Vulcano di Rabbia“, con la quale il governo tripolino ha l’obiettivo di contenere le forze di Haftar. Un’azione che in effetti riesce: il fronte rimane fermo per diverse settimane, l’offensiva dell’Lna entra in una fase di stallo e la guerra da “lampo” diventa invece lunga e di posizione.

Il fronte nella giornata di venerdì sembra muoversi, ma non a vantaggio di Haftar. Il generale deve ingoiare il rospo molto amaro della riconquista di Gharyan da parte delle milizie vicine ad Al Sarraj. Un duro colpo perché, come detto, questa cittadina è importante da un punto di vista strategico e simbolico: nel primo caso in quanto costituisce una testa di ponte verso Tripoli capace di dare supporto nelle retrovie al fronte che si trova a 25 km dalla capitale, nel secondo caso perché la località è la prima a cadere in mano ad Haftar all’inizio della sua offensiva. In altre parole, per il generale della Cirenaica le cose adesso si complicano e non di poco.

Decisivo il supporto straniero

Sembra che nella battaglia di Tripoli i rapporti di forza, dall’inizio dell’offensiva di Haftar, si siano drasticamente ribaltati. Il 4 aprile scorso l’Lna appare pronto ad avanzare verso il centro della capitale, sia per struttura interna che per quantità e qualità di armamenti l’esercito guidato da Haftar si mostra superiore rispetto alle milizie rimaste fedeli ad Al Sarraj. Adesso però, l’Lna è in affanno mentre il Gna, la sigla dentro la quale si raggruppano i sostenitori del governo tripolino, lentamente sta riprendendo terreno. La conquista di Gharyan in tal senso costituisce molto più di un semplice segnale. Al contrario, è la certificazione di un rafforzamento dei gruppi anti Haftar. Il motivo di questo ribaltamento delle forze in campo, va ricercato negli appoggi internazionali ricevuti dalle varie parti in causa.

Al Sarraj in particolare viene rifornito di nuovo armamenti e mezzi dalla Turchia ed è lautamente foraggiato dai petrodollari del Qatar. Questo non è affatto un mistero: Ankara e Doha sono i due principali finanziatori dei Fratelli Musulmani, movimento politico i cui rappresentanti libici sono all’interno del governo di Al Sarraj. Foto e immagini scattate nel mese di maggio nel porto di Tripoli, mostrano mezzi militari turchi appena sbarcati in Libia. Diverse navi cargo turche nelle ultime settimane risultano operanti tra l’Anatolia e l’ovest della Libia. Probabilmente è questo appoggio a cambiare gli equilibri sul campo. Anche perché Haftar, a parte i petrodollari del blocco saudita, in fatto di armi riceve ben poco dagli alleati i quali da questo punto di vista hanno già dato nel corso degli ultimi anni. Per di più, l’Lna deve controllare un territorio molto vasto e ha linee di rifornimento molto profonde. Una situazione che rischia di indebolire ulteriormente Haftar alle porte di Tripoli.

E intanto però, a proposito di rifornimenti dall’estero, il Gna annuncia di aver trovato proprio a Gharyan un deposito dell’Lna con all’interno missili americani. Un circostanza riportata dal New York Times e che potrebbe aprire alcuni interrogativi sulla situazione delle alleanze in Libia. Sempre che tale notizia risulti confermata e verificata anche da altre fonti.