Salute

Emicrania, malattia debilitante per il mondo del lavoro

Uno studio neurologico accurato dimostra quanto l’emicrania sia debilitante e incida sulla produttività dei lavoratori. per curarla efficacemente sono in arrivo nuovi farmaci a base di anticorpi

Emicrania, malattia debilitante per il mondo del lavoro

L’emicrania è una malattia neurologica debilitante.

A sostenerlo è lo studio My Migraine Voice, presentato da Novartis al congresso della European Academy of Neurology (Ean) ad Oslo in questi giorni. Questo studio accurato ha coinvolto circa 11.000 persone in 31 Paesi tra i quali l’Italia. L’emicrania colpisce indistintamente uomini e donne tra i 35 e i 45 anni. Solitamente si presenta nella fase della vita in cui l'individuo è al massimo della produttività. Spesso si traduce in disabilità temporanea legata agli attacchi o ai sintomi che possono durare per diversi giorni.

Dal Congresso della European Academy of Neurology è emerso che i costi complessivi legati alla patologia in Europa oscillano dai 18 ai 27 miliardi di euro all'anno. Questa patologia è la causa principale di assenteismo e ridotta produttività nel mondo del lavoro. Le terapie di oggi risultano inefficaci e presentano dei limiti. Spesso e volentieri hanno solo un effetto palliativo ma non curano la patologia. È stata ideata una nuova classe di farmaci. Sono costituiti da anticorpi monoclonali anti CGRP. Essi risultano specifici ed efficaci per curare l'emicrania. Gradualmente si stanno diffondendo farmaci a base di erenumab, la prima molecola autorizzata dall'Agenzia Europea dei Medicinali.

I risultati dell’impiego di questo tipo di nuovi farmaci hanno dimostrato in un anno una progressiva riduzione di almeno la metà del numero di giorni con emicrania al mese nel 65% dei pazienti, la riduzione del 75% nel 42% dei pazienti e l'assenza di giorni con emicrania dopo un anno di trattamento nel 26%". L'emicrania per molto tempo è stata considerata solo un innocuo mal di testa sottovalutato molto.

Grazie ai risultati di questo studio accurato si sta facendo finalmente luce su una malattia invisibile, ma debilitante, che in Italia colpisce circa 6 milioni di persone.

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