Cronaca locale

Autista dell'Atm aggredito sulla linea 79 resta intossicato dallo spray urticante

A mandarlo in ospedale un sudamericano ubriaco. Come già 20 giorni fa

Autista dell'Atm aggredito sulla linea 79 resta intossicato dallo spray urticante

Una spruzzata di liquido urticante è come una rasoiata, sia per l'apparato respiratorio che per la vista. Senza contare che, proprio perché di solito arriva quando non ce lo si aspetta, oltre al fastidio e al dolore, è normale andare in confusione. Così ha rischiato la sua vita e quella dei passeggeri dell'autobus che stava guidando l'ennesimo conducente Atm aggredito da uno straniero fuori di sé. L'autista, un italiano 56enne, è stato coraggioso e ha proseguito la corsa fino al capolinea. Poi, sempre a causa dello spray urticante, si è sentito male ed è finito sotto choc all'ospedale Policlinico.

È accaduto sulla linea 79, domenica intorno alle 19.30, quando alla fermata di Gratosoglio è salito sull'autobus un uomo di origine sudamericana che ha cominciato ad inveire contro l'autista. Il conducente non si è scomposto e ha continuato il suo lavoro anche quando lo straniero, dopo aver estratto dalla tasca una bomboletta di spray al peperoncino, ha iniziato a spruzzarne il contenuto contro il vetro divisorio della cabina di guida. Il sudamericano è poi sceso e il mezzo ha proseguito la sua corsa fino in viale Bligny.

Un fatto simile, ma più grave, era accaduto nella notte tra il 15 e il 16 giugno un autista quasi coetaneo di quello dell'altra notte, il 55enne Massimo Martone, venne aggredito da un altro sudamericano ubriaco in piazza Angilberto II al Corvetto, a bordo di un bus della linea 95. Il suo assalitore, un cileno di 39 anni, venne poi denunciato dalla polizia per lesioni, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio.

Quella notte in via Ripamonti il sudamericano, ubriaco, dopo essere salito sul bus aveva insultato gli altri passeggeri, quindi si era avvicinato all'autista che a quel punto, per calmarlo, l'aveva invitato a sedersi nel posto più vicino al suo, ottenendo il risultato desiderato.

Alla fermata di via Marco d'Agrate il cileno sembrava ormai essersi calmato, quindi era sceso incamminandosi verso casa, con buona pace dell'autista Nel frattempo Matrone, sempre alla guida dell'autobus, aveva percorso alcuni metri per fermarsi poco dopo, al semaforo all'angolo con piazza Angilberto II. È stato allora che l'aveva notato: il sudamericano, anziché continuare a camminare, si era improvvisamente bloccato in mezzo alla strada, aveva guardato a lungo, quindi si era nuovamente avvicinato al mezzo e gli si era parato davanti. «Non mi lasciava ripartire, gli ho fatto dei gesti, sempre con tranquillità, ma lui non si muoveva» spiegò Matrone a Il Giornale.

Con un gesto inatteso, il cileno aveva allora rotto il vetro del conducente servendosi di una bottiglia di vetro che teneva in mano da un pò. L'autista, ancora stupito per quella reazione, aveva allora bloccato il mezzo e, avvertita la centrale di Atm, era sceso. «Gli ho chiesto: cosa hai fatto?.

È lì che mi ha sferrato un pugno, lasciandomi un occhio tumefatto» aveva concluso il 55enne.

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