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Svolta di Corbyn: sulla Brexit un referendum bis

Il partito chiederà una nuova consultazione sull'uscita dall'Ue

Svolta di Corbyn: sulla Brexit un referendum bis

Londra Jeremy Corbyn sfida i Conservatori e chiede di indire un secondo referendum per rimanere in Europa. Dopo mesi di incertezza e ambiguità il leader laburista britannico rompe gli indugi e afferma che il suo partito prenderà posizione in modo fermo per impedire un'uscita senza accordo o una Brexit come vogliono i Conservatori che danneggerebbe comunque gli Inglesi. Evita però, almeno per ora, di spiegare che cosa farebbe se vincesse le prossime elezioni e toccasse a lui continuare a gestire il processo di transizione. Alcuni membri del suo partito vorrebbero che il Labour decidesse di far rimanere il Paese in Europa in entrambi I casi, ma Corbyn preferisce fare un passo alla volta.

E questo è già un passo importante se consideriamo la reticenza del vecchio Jeremy a mettere da parte le sue antipatie nei confronti dell'Unione Europea. «Ho fatto quello che credo un buon leader debba fare ha dichiarato alla Bbc prima di rivedere la mia posizione ho ascoltato moltissimo quello che avevano da dire i membri del partito, i sindacati e il movimento più ampio che si rivolge a noi» . In settembre Corbyn porterà la sua richiesta in Parlamento e prima farà il possibile perché si tolga dal tavolo delle trattative l'opzione no deal e per bloccare ogni sorta di accordo proposto da Johnson o da Hunt. Corbyn ha smentito di aver cambiato idea in seguito a pressioni interne e ha ripetuto di non poter dire quale posizione verrà assunta in caso di elezioni, assicurando però che verrà decisa molto presto.

In una lettera ai membri del suo partito Corbyn ha detto di credere ancora nel piano compromissorio d'uscita proposto nel corso delle precedenti trattative con il Governo. Il piano includerebbe la permanenza nell'unione doganale, una forte relazione con il mercato unico, la protezione dei diritti dei lavoratori e un regolamento comune sul fronte ambientale. Le dichiarazioni di Corbyn fanno seguito a un incontro con l'esecutivo ombra e un altro con i rappresentanti sindacali. Proprio questi ultimi hanno spinto perché il partito chiedesse un secondo voto sulla Brexit, chiedendo nel contempo anche un «voto di conferma» su ogni nuovo accordo nel caso i laburisti dovessero vincere le elezioni. Sulla Brexit il partito continua però ad essere diviso tra chi si schiera totalmente a favore della permanenza in Europa e chi sostiene che il supporto a un secondo referendum costerebbe troppi voti. Di questa divergenza d'opinione Corbyn dovrà tener conto, ma alla fine dovrà scegliere. Il suo vice Tom Watson l'ha sottolineato dicendo che il partito «deve ancora pensarci, quando sarà il momento di scrivere il manifesto elettorale». «La gente ci sta dicendo di essere il partito del Remain e di proporre un nuovo accordo ai cittadini. È questo che d'ora in poi faremo».

Al di là delle dichiarazioni d'intenti, l'interrogativo più grosso rimane: che cosa farebbe Corbyn se dovesse diventare Primo Ministro? A questo ancora non c'è una risposta.

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