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Assalto alla petroliera: guerra sfiorata nel Golfo

Tre navi iraniane contro un'imbarcazione inglese. La Royal Navy ha armato i cannoni

Assalto alla petroliera: guerra sfiorata nel Golfo

Beirut La petroliera British Heritage stava per uscire dal Golfo Persico. All'imbocco dello Stretto di Hormuz è stata avvicinata da tre imbarcazioni dei Pasdaran. Le guardie della rivoluzione gli hanno ordinato di cambiare rotta e fermarsi vicino alle acque territoriali iraniane. Ma la fregata Hms Montrose della Royal Navy stava scortando da dietro la petroliera. Ha puntato i cannoni contro le navi iraniane e gli ha intimato di farsi indietro. I Pasdaran a quel punto si sono ritirati. Un aereo americano era in volo nella zona e avrebbe registrato il video dell'accaduto.

È l'ultimo episodio in un rapporto tra Gran Bretagna e Iran sempre più teso. Londra ha affermato che il regime degli ayatollah era stato «quasi certamente» responsabile degli attacchi a giugno a due petroliere nel Golfo di Oman. E come se non bastasse la scorsa settimana, i Royal Marines inglesi hanno aiutato le autorità di Gibilterra a sequestrare una petroliera che trasportava petrolio iraniano in Siria, in violazione delle sanzioni europee. In quell'occasione il presidente iraniano Hassan Rohani aveva tuonato «Tu, Gran Bretagna, sei l'iniziatore dell'insicurezza e ti renderai conto delle conseguenze più tardi».

Anche a ridosso di questo ultimo incidente i toni si sono subito scaldati. Il portavoce del ministero della difesa inglese ha definito le azioni degli iraniani come «contrarie al diritto internazionale». Il Segretario alla Difesa Penny Mordaunt ha esortato invece a «ridurre la tensione». Il Regno Unito avrebbe monitorato la situazione «con molta attenzione», ha aggiunto il segretario degli Esteri Jeremy Hunt. Il governo è «impegnato a mantenere la libertà di navigazione in conformità con la legge internazionale», ha sottolineato il portavoce ufficiale del Primo Ministro Theresa May. Ma l'Iran è di parere differente. Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha puntualizzato che le «affermazioni» britanniche sono «inutili» e fatte solo «per creare tensioni».

Tutte le navi per entrare nel Golfo devono passare attraverso lo stretto di Hormuz. Il passaggio è così stretto, appena 39 chilometri, che le acque territoriali iraniane e dell'Oman si incontrano nel mezzo. Perciò le imbarcazioni anziché navigare in acque internazionali devono passare attraverso il territorio iraniano o dell'Oman. L'anno scorso un comandante dei Pasdaran aveva minacciato di bloccare tutte le navi che passavano attraverso lo stretto se le loro esportazioni fossero state fermate.

Ma la situazione è precipitata l'anno scorso, quando gli Stati Uniti si sono prima ritirati dall'accordo sul nucleare del 2015 e hanno poi intensificato le sanzioni economiche nei confronti dell'Iran. Con l'intenzione di portare le esportazioni petrolifere del Paese «a zero» per implementare una politica di «massima pressione» nei confronti di Teheran. Le misure americane hanno causato la caduta delle esportazioni petrolifere iraniane.

Da un massimo di 2,8 milioni di barili al giorno nel maggio dell'anno scorso, a meno di 500 mila.

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