Politica

Dietro le sbarre il «re dei buoni pasto»

A Fogliani sequestrati beni per 80 milioni di euro

Omessa contabilizzazione di somme da pagare per 179.534.471 euro ed esposizione in bilancio di utili fittizi che venivano poi distribuiti ai soci per 3.240.755 euro. Sono alcuni dei reati economici che hanno portato all'arresto ieri da parte della guardia di finanza di Genova per bancarotta fraudolenta, riciclaggio e truffa aggravata di sei persone nell'ambito delle indagini sul fallimento di una società genovese operante a livello nazionale, la «Qui! Group», attiva nel settore dei buoni pasto, e al sequestro per 80 milioni di euro di beni mobili immobili e disponibilità finanziarie.

Gli arresti e il sequestro eseguiti dai finanzieri del comando provinciale di Genova, riguardano anche il fondatore della società, Gregorio Fogliani, che è in carcere con altri due, mentre tre sono ai domiciliari. Tra i reiterati episodi di bancarotta anche l'imputazione a bilancio di costi non inerenti e il dirottamento di somme a favore di altre società riconducibili alla stessa famiglia di imprenditori, per 41.994.624,50, l'acquisto di un immobile di pregio a Forte dei Marmi (Lucca) per 4.815.687 euro nonché la commissione dei reati di «truffa aggravata» per euro 6.000.000 euro nei confronti di un investitore americano, e di «truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche» per 1.126.472 euro. Inoltre, sono emersi episodi di riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, commessi dagli indagati, che avrebbero movimentato sui conti correnti bancari le somme provento dei reati commessi, anziché destinarle al pagamento delle obbligazioni assunte.

Le indagini condotte dei finanzieri hanno dimostrato come per l'imprenditore, per i membri della sua famiglia e per gli amministratori, fosse assolutamente conoscibile sia lo stato di insolvenza in cui versava, da anni, la società, sia l'imminenza degli ulteriori fallimenti delle altre aziende riconducibili alla famiglia, con inevitabili conseguenze sia sotto il profilo occupazionale, sia sotto il profilo economico.

L'operazione si inserisce in un ampio contesto operativo che vede la finanza impegnata in prima linea nella tutela dei mercati, della libera concorrenza, nonché delle imprese e dei professionisti onesti che operano nella piena e consapevole osservanza delle leggi, oltreché garante del perseguimento degli obiettivi di aggressione patrimoniale nei confronti dei soggetti dediti ad attività criminose.

Commenti