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Oim ed Unhcr al fianco delle Ong: "Devono continuare ad operare nel Mediterraneo"

Le due agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di migranti, condannano implicitamente l'Italia e difendono le Ong: "Via tutti i migranti dalla Libia, le organizzazioni tornino ad avere il loro ruolo nel Mediterraneo"

Oim ed Unhcr al fianco delle Ong: "Devono continuare ad operare nel Mediterraneo"

Via dalla Libia tutti i migranti detenuti e massimo sostegno alle Ong: sono questi i due punti basilari contenuti nelle ultime dichiarazioni dell’Oim e dell’Unhcr, le due agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di migranti e rifugiati.

Tutto nasce dall’episodio dello scorso 3 giugno, quando un bombardamento fa strage nel centro di detenzione dei migranti di Tajoura, non lontano dal centro di Tripoli. Secondo Oim ed Unhcr, quanto accaduto in questo centro è sintomo della necessità di evacuare tutti i rifugiati che si trovano rinchiusi all’interno di questi luoghi in quanto oramai ritenuti non più sicuri.

La guerra per la presa di Tripoli dunque, espone secondo l’Oim e l’Unhcr i migranti alle più nefaste conseguenze del conflitto: “In via prioritaria – si legge in una nota delle due agenzie – Chiediamo che i 5.600 rifugiati e migranti attualmente detenuti nei diversi centri della Libia siano rilasciati in modo coordinato e che ne sia garantita la protezione, oppure che siano evacuati verso altri Paesi dai quali sarà necessario reinsediarli con procedura accelerata”.

“A tale proposito – proseguono poi Oim ed Unhcr – è necessario che i Paesi acconsentano a un numero maggiore di evacuazioni e mettano a disposizione posti per il reinsediamento. Inoltre, ai migranti che desiderano fare ritorno nei propri Paesi di origine dovrebbero essere garantite le condizioni per poter continuare a farlo. Risorse supplementari sono parimenti necessarie".

Non si fa riferimento a quali paesi dovrebbero accollarsi l’onere dell’accoglienza dei migranti da evacuare dalla Libia, se cioè a quelli confinanti ed in primo luogo alla Tunisia oppure a quelli europei. Di certo, secondo le agenzie delle Nazioni Unite nessun rifugiato può rimanere ancora impelagato nei territori dove si combatte da settimane per la presa della capitale libica.

La nota di Oim ed Unhcr assume una posizione contraria alle attuali mosse del governo italiano, quando si parla di respingimenti verso la Libia ed Ong. Pur senza citare espressamente il nostro paese, ben si intuisce come le agenzie dell’Onu non vedono di buon grado quanto deciso di recente dall’Italia:“La detenzione di quanti sono fatti sbarcare in Libia dopo essere stati soccorsi in mare deve terminare – affermano le due organizzazioni – esistono alternative pratiche: dovrebbe essere consentito loro di vivere nelle comunità locali o in centri di accoglienza aperti e si dovrebbero stabilire le relative modalità di registrazione. È possibile istituire centri sicuri e semiaperti simili a quello di raccolta e partenza dell'Unhcr”. Dunque, la linea delle Nazioni Unite è opposta a quella italiana ed in particolar modo a quella del ministro Matteo Salvini, il quale invece sostiene l’opportunità di sostenere la guardia costiera libica al fine di riportare nel paese africano coloro che vengono soccorsi in mare.

Sulle Ong, sia l’Oim che l’Unhcr appaiono poi ancora più decise: “Queste organizzazioni – scrivono ancora le agenzie – dovrebbero poter riprendere a svolgere questo compito vitale e si dovrebbe istituire con urgenza un meccanismo di sbarco temporaneo che consenta una condivisione di responsabilità a livello europeo”.

Dunque emerge una forte difesa delle Ong da parte delle Nazioni Unite, che si schierano apertamente a loro favore nel braccio di ferro con l’esecutivo italiano.

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