Cronaca locale

Egiziano cerca moglie e per sposarla è pronto a pagare 2mila euro

Va all'incontro decisivo, scopre l'inganno e aggredisce gli uomini che l'hanno truffato

Egiziano cerca moglie  e per sposarla è pronto a pagare 2mila euro

La polizia sta indagando per rapina impropria, ma anche su altri fronti. In questura infatti non escludono, non possono farlo al momento, che ci sia una vera e propria organizzazione e non solo un caso isolato dietro la vendita truffaldina di una donna. Sì, una signora in realtà mai vista e probabilmente mai esistita. Del cui arrivo in carne e ossa - dopo aver pagato una discreta somma di denaro - invece si era illuso un egiziano ventiduenne residente a Milano. Un giovane così desideroso di avere una moglie tutta per sé, da sborsare ben 2mila euro a due connazionali che intanto riscuotevano le rate e se la ridevano alle sue spalle. L'egiziano è rimasto a bocca asciutta: all'incontro organizzato in via Farini, dove avrebbe dovuto incontrare la sua «futura sposa», lei non c'era. Fatto questo che ha scatenato la sua reazione comprensibilmente molto adirata nei confronti dei due connazionali obbligandoli a fuggire.

In realtà i truffatori avevano proprio proposto al ragazzo di comprare moglie promettendogli di farlo incontrare con una giovane donna come lui interessata a convolare a nozze. Così lui, non senza una certa fatica visto che di professione fa l'operaio, ha iniziato a mettere insieme il denaro per pagare in più tranche la cifra totale pattuita con i connazionali, i famigerati 2mila euro che sono scomparsi con loro.

«Dopo le spose bambine e i matrimoni combinati, ora siamo all'acquisto di mogli per avere la cittadinanza. Alla fine si è rivelata una truffa tra egiziani, ma quello che stupisce è l'aspetto culturale della vicenda» fa notare in un intervento l'assessore a Sicurezza, immigrazione e polizia locale di Regione Lombardia Riccardo De Corato.

«Per lo straniero truffato da due suoi connazionali l'acquisto di una donna era un qualcosa di normale. Un semplice mezzo per ottenere la cittadinanza italiana o il permesso di soggiorno, in modo da regolarizzare la sua posizione a Milano - prosegue l'assessore regionale - Vendere e comprare mogli come se le donne fossero oggetti di proprietà degli uomini. Questo è il punto della vicenda, quello su cui dobbiamo fermarci a riflettere«.

«Non sorprenderebbe se le femministe e le consigliere comunali e regionali di centro sinistra, sempre pronte a sezionare ogni comportamento per trovarne qualcuno discriminatorio, oggi non dicessero nemmeno una parola su questa vergognosa vicenda - continua De Corato - Ancora una volta è chiaro che la Sharia islamica fatichi ad integrarsi nella nostra società. È assurdo anche solo pensare che nel capoluogo della nostra regione si pensi possibile la vendita di donne per ottenere la cittadinanza».

E conclude: «Quanti dei clandestini musulmani a Milano e in Lombardia sono pronti a ricorrere all'acquisto di una moglie per regolarizzare la loro posizione?».

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