Controlli ed espulsioni più rapide: sono questi i due principali elementi di novità che Kyriakos Mitsotakis, da una settimana alla guida della Grecia, vuole introdurre nell’ambito del contrasto all’immigrazione irregolare. Il neo premier, eletto con il partito di centro – destra Nuova Democrazia, ha dichiarato la sue intenzioni nel corso di un incontro con il commissario europeo all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos.

Il primo obiettivo di Mitsotakis:

Il nuovo capo del governo ellenico fa riferimento soprattutto alle condizioni di molti campi profughi presenti nelle isole greche, a partire da quella di Lesbo. Qui molti migranti sono rinchiusi in condizioni allarmanti, che a loro volta generano allarme sociale tra la popolazione residente. La Grecia, alle prese con una grave crisi economica, non ha la forza necessaria per farsi carico di una situazione che la vede come porta d’ingresso della rotta balcanica e, di conseguenza, come paese di primo approdo per migliaia di migranti. Mitsotakis dà la colpa alla lentezza con la quale si esaminano le domande d’asilo: in media, dal 2015 in poi, per ogni migrante gli uffici greci impiegano due anni. Da qui la sosta prolungata nei centri d’accoglienza ellenici ed il sovraffollamento che rischia di causare anche vere e proprie crisi umanitarie.

Dunque, il nuovo governo intende dare una sterzata: occorre rinforzare gli uffici e snellire le procedure. Questo potrebbe voler dire anche espulsioni più rapide verso la Turchia per quei migranti che non hanno i requisiti per ottenere asilo. Di espulsioni più rapide Mitsotakis ne fa menzione più volte in campagna elettorale e ritorna sull’argomento nelle scorse ore, promettendo immediate decisioni in tal senso.

Controlli più serrati lungo le frontiere terrestri e marittime

L’altro punto in agenda riguarda invece i controlli al confine con la Turchia. Così come emerge dagli ultimi dati di Frontex, il flusso dall’Anatolia verso le isole greche nelle ultime settimane appare sensibilmente aumentato: sono 3.122 i migranti che nell’ultimo mese di giugno raggiungono la Grecia dalla Turchia, presentando domanda di asilo. Lo stesso mese dello scorso anno, le richieste sono invee 2.434, mentre a giugno 2017 sono 2.012.

Ecco dunque perché Mitsotakis parla della possibilità di rinforzare i controlli, utilizzando sia la propria guardia costiera che chiedendo supporto all’Ue. Da Atene emerge la possibilità di richiedere a Bruxelles un aiuto sia in termini di mezzi che da un punto di vista finanziario per poter aumentare i pattugliamenti lungo le frontiere. Un modo per evitare, coma accaduto negli ultimi anni, il continuo aumentare del numero di coloro che richiedono asilo in Grecia.