Cronaca locale

Il Cielo di Fanari al museo Messina

Un dipinto monumentale dell'artista sarà collocato nella volta

Da oggi lo Studio Museo Francesco Messina di Milano ospita Il cielo ritrovato, un dipinto monumentale dell'artista Roberto Fanari. Lunga 12 metri e larga 6, divisa in due pannelli (6x6) composti da 36 tele ciascuno, l'opera viene collocata a 12 metri di altezza, appena sotto la volta del soffitto, occupandolo pressoché in tutta la sua estensione. L'installazione di Fanari, pensata appositamente per il Museo Messina, si dimostra rispettosa verso l'aura che contraddistingue il sito - chiesa sconsacrata e atelier creativo di uno dei principali scultori italiani del secolo scorso - e nello stesso tempo lo stravolge con un intervento che fa entrare in gioco il rapporto tra arte e natura e tra arte e architettura. Fanari interviene all'interno dell'ex chiesa, con uno sguardo analitico, volto a mettere in evidenza gli elementi architettonici quali il soffitto a vela e la trabeazione, piuttosto che i tiranti di ferro sospesi a trattenere i muri perimetrali; ma non solo: intende giocare con i livelli dell'edificio, dalla cripta, al piano terreno e con le fonti di luce, come l'enorme vetrata absidale. Nel realizzare l'opera egli ha considerato e utilizzato le caratteristiche della struttura e la sua superficie, rispettando o violando, assecondando o forzando il loro aspetto e la loro funzione.

La riflessione sul cielo e sulle nuvole è un tema su cui Fanari indaga a partire dalle pitture di Constable, giungendo a un esito, a Milano più che altrove nella sua opera, di potenziamento della visione, evocando la parte onirica e fantastica del nostro immaginario.

L'artista tuttavia non si ferma alla dimensione della tela, ma utilizza anche la profondità dimensionale della scultura, realizzando installazioni in ceramica o bronzo.

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