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Matteo rilancia la flat tax ma non ci sono le coperture

La Lega promette benefici per 12-13 miliardi di euro Panucci (Confindustria): «Non è chiaro come procedere»

Due ritorni nello stesso giorno. L'incontro organizzato al Viminale dal vicepremier Matteo Salvini con 43 sigle rappresentative delle parti sociali è stato l'occasione per riconfermare tanto l'impianto della flat tax, uscita un po' dai radar della politica negli ultimi giorni, quanto per ribadire il ruolo di consulente economico principe del Capitano dell'ex sottosegretario Armando Siri. Il problema è che, al momento, paiono ancora mancare le coperture per un progetto tanto ambizioso.

«La flat tax per le famiglie porterà benefici economici per 12-13 miliardi di euro», ha detto il responsabile economico della Lega, Armando Siri sottolineando che l'obiettivo della Lega è la flat tax con un'unica deduzione fiscale che assorbirà tutte le altre portando al 15% l'aliquota fino a 55 mila euro di reddito. I benefici dovrebbero interessare 20 milioni di famiglie e 40 milioni di contribuenti, con un grande impulso ai consumi. L'impatto del provvedimento sarebbe di circa 3.500 euro per una famiglia monoreddito con un figlio. «Nessuno - ha precisato - perderà un centesimo nessuno pagherà di più rispetto a quanto paga già».

Salvini, viste le incursioni via social dell'altro vicepremier Di Maio, ha successivamente puntualizzato che «la flat tax non è un pacchetto chiuso ma un'idea di sviluppo, sul come modularla possiamo discutere: a me interessa che la busta paga dei lavoratori sia più pesante». In buona sostanza, il leader leghista ha lasciato trapelare, venendo incontro alle esigenze delle parti sociali, che se un eventuale taglio del cuneo fiscale venisse trasferito sui salari, non vi sarebbe opposizione alcuna purché si accelerino i tempi.

Come detto, il vero problema è la copertura finanziaria. «Ci è stato detto che in parte saranno utilizzati i risparmi di quota 100 e reddito di cittadinanza e in parte si provvederà con un taglio dei bonus fiscali, ma non è chiaro ancora come si procederà visto che è stata manifestata l'intenzione di non far scattare le clausole di salvaguardia», ha commentato il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci a Sky Tg24. Tanto più che proprio i residui dei due provvedimenti-bandiera sono stati già impegnati dal ministro dell'Economia Tria per evitare la procedura di infrazione per debito eccessivo. «Dovremo parlarne con la nuova Commissione Ue», ha chiosato il presidente della commissione bilancio della Camera, Claudio Borghi alludendo anche ai maggiori dividendi da Bankitalia e a i maggiori incassi da fatturazione elettronica.

L'impressione è che la Lega voglia finanziare con l'extragettito le proprie proposte. Non è un caso che tra le proposte avanzate ci sia «la pace fiscale bis, che si estenda dalle persone fisiche alle società e imprese» e l'abolizione delle commissioni sui pagamenti elettronici sotto i 25 euro, che costa qualche miliardo ma aumenterebbe la tracciabilità dei micropagamenti in funzione anti-evasione. Ma, anche in questo caso, le coperture non si fanno con le stime.

L'iniziativa di Salvini ha comunque riscosso successo. Confcommercio ha apprezzato la volontà di frenare gli aumenti Iva e Confapi («Sposiamo la flat tax», ha detto il presidente Casasco). Ma soprattutto ha ricompattato i sindacati, attaccati da Di Maio per aver incontrato l'indagato Siri. Cisl, Cgil e Uil, vista l'inconcludenza dell'altro vicepremier su Ilva, Alitalia e rider, hanno mostrato interesse. I punti di convergenza (tranne che sulla flat tax) con Salvini sono molti: investimenti, infrastrutture, alternanza scuola-lavoro e no al salario minimo.

Al prossimo vertice al Viminale del 6 o 7 agosto ci saranno.

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