Cronache

Camorra, dopo 28 anni dal delitto risolto il caso Diana

I carabinieri hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a Walter Schiavone (fratello di "Sandokan") e a Romolo Corvino, entrambi ritenuti appartenenti al clan dei Casalesi e coinvolti nell'omicidio di Antonio Diana, avvenuto nel 1991

Camorra, dopo 28 anni dal delitto risolto il caso Diana

C'è voluto molto tempo. Ventotto anni di ricerche e approfondimenti. Ma le dichiarazioni di alcuni pentiti di camorra si sono rivelate fondamentali per individuare la soluzione di un "cold case" e gli autori di un crimine risalente ai primi anni Novanta. Il delitto in questione riguarda l'omicidio di Antonio Diana, un pregiudicato di 64 anni, ucciso nel 1991, a San Cipriano d'Aversa, in provincia di Caserta. L'uomo era stato freddato mentre si trovava a bordo di un motorino insieme al figlio di tre anni, rimasto illeso.

In queste ore, i carabinieri della Compagnia di Casal di Principe hanno notificato un'ordinanza cautelare in carcere, in provincia di Caserta e a Milano, a Walter Schiavone, il fratello 58enne del boss Francesco Schiavone, "Sandokan", e a Romolo Corvino, 52 anni, entrambi ritenuti appartenenti al clan dei casalesi, fazione Schiavone. L'ordinanza è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Secondo l'accusa, la vittima era un fiancheggiatore della contrapposta fazione di camorra dei Bardellino durante il periodo di guerra interna per il controllo del territorio con la famiglia Bidognetti Schiavone. Secondo la Dda, a ordinare il delitto, come mandante, fu Schiavone, mentre l'esecutore fu Corvino. Per uccidere Diana, il killer si coprì il volto con uno scialle ed esplose diversi colpi d'arma da fuoco.

Il movente sarebbe stato una vendetta trasversale.

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